UGL Chimici, Fim, Fiom e Uilm lanciano l’allarme dopo il pignoramento delle azioni GOI Energy. Chiesto un tavolo di crisi nazionale e garanzie per l’occupazione
La situazione della raffineria ISAB di Priolo ha superato i confini dell’incertezza per diventare una “vera emergenza industriale e sociale”. L’allarme arriva compatto dal fronte sindacale, con UGL Chimici e le federazioni dei metalmeccanici Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm che esprimono forte preoccupazione per le recenti vicende societarie e chiedono un intervento immediato del Governo.
Pignoramento e mancati pagamenti: ISAB in bilico
Al centro delle preoccupazioni ci sono due fatti specifici che mettono a rischio la stabilità dell’impianto strategico siracusano:
- Il pignoramento delle azioni di GOI Energy disposto dal Tribunale di Milano su richiesta di Litasco.
- Il mancato versamento dei 150 milioni di euro dovuti per l’acquisizione della raffineria.
Questi eventi, secondo i sindacati, mettono in discussione “non solo la legittimità dell’assetto proprietario, ma anche la credibilità di chi oggi gestisce” l’impianto. Fim, Fiom e Uilm definiscono il pignoramento “un ulteriore, gravissimo colpo alla già fragile stabilità del polo petrolchimico”, segnato da mesi da “tensioni finanziarie e incertezze gestionali”.
“Dietro le sigle e le società off-shore ci sono famiglie, lavoratrici e lavoratori, intere comunità che vivono di quell’indotto”, sottolinea la UGL Chimici. “L’incertezza di questi giorni è una minaccia reale per il reddito, la sicurezza e la dignità di migliaia di persone”.
La richiesta unitaria: “Tavolo di crisi nazionale e garanzie”
Dall’incontro di ieri tra Fim, Fiom, Uilm e Federmeccanica (presso Confindustria Siracusa) è emersa la “necessità di trasparenza e programmazione attraverso l’apertura di un tavolo di crisi nazionale“. Le sigle metalmeccaniche ritengono “necessario l’intervento diretto del Governo per garantire la continuità produttiva e la salvaguardia dei livelli occupazionali”. Chiedono inoltre “massima chiarezza sulle prospettive industriali” e che “siano resi noti i piani d’investimento e di sviluppo delle committenti per blindare anche l’occupazione metalmeccanica”. Viene sollecitata anche l’attivazione urgente dei fondi regionali per la formazione.
Anche la UGL Chimici chiede un intervento forte. “<<A Priolo non si gioca con il futuro di un territorio. Il lavoro non è una pedina di scambi finanziari>>”, ha dichiarato Andrea Alario, Coordinatore Nazionale Energia UGL Chimici. “<<Chi ha ottenuto l’autorizzazione governativa per l’acquisto deve rispondere degli impegni presi>>”.
“«Chiediamo che il Governo intervenga con un piano di tutela industriale, anche attraverso una partecipazione pubblica temporanea, per mettere in sicurezza il sito, l’occupazione e il futuro di Priolo>>”, ha aggiunto il Segretario Nazionale UGL Chimici, Eliseo Fiorin. “<<Se c’è bisogno di riportare lo Stato dentro le scelte strategiche, questo è il momento di farlo>>”.
La conclusione dei sindacati è unanime: “Il tempo delle attese è esaurito, il polo industriale siracusano non può essere lasciato in balia di contenziosi internazionali e manovre finanziarie. Servono risposte concrete e immediate”.