Aggiornato al 04/12/2025 - 09:41
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Nessuna misura cautelare per l’ex dg dell’Asp Siracusa: “Ho agito per il bene dei più deboli”

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Caltagirone ha parlato della sofferenza vissuta nelle ultime settimane, motivando le decisioni di autosospendersi e rassegnare le dimissioni

Nessuna misura cautelare per Alessandro Caltagirone, già direttore generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Siracusa, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Palermo sugli appalti collegati alla Sanità. Nell’ordinanza emessa ieri dal gip Carmen Salustro è stata rigettata la richiesta della Procura della Repubblica sull’applicazione di misura cautelare nei confronti di Caltagirone, escludendo in toto la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza.

Nel provvedimento è specificato come “non emergono […] gravi elementi idonei a comprovare l’asservimento da parte del pubblico ufficiale della sua funzione in favore degli interessi manifestati dai privati, né la dimostrazione di mera disponibilità a compiere in futuro atti contrari ai doveri del proprio ufficio, né ancora l’esercizio della propria influenza sui commissari di gara”. In altro passaggio dell’ordinanza, si specifica come “neppure si rintracciano indici tipicamente sintomatici dell’esistenza di un pactum sceleris… essendo, anzi per contro, ravvisabili, come chiarito, elementi di segno contrario, espressivi di un netto distacco da parte del pubblico ufficiale, rispetto alle richieste avanzate dai privati e avallate da terzi”.

“VICENDE LONTANE DAL MIO OPERATO”

Gli avvocati Pietro Canzoneri e Giuseppe Seminara – legali di Caltagirone – hanno evidenziato come il giudice abbia riconosciuto in modo chiaro che Caltagirone abbia mantenuto comportamenti conformi ai doveri istituzionali, senza cedere ad alcuna pressione, né ha mostrato disponibilità a favorire interessi privati.
“In tutta la mia esperienza professionale – sottolinea Caltagirone – ho sempre cercato di operare nell’interesse esclusivo dei pazienti, dei più fragili e della comunità che ho servito con dedizione. Queste settimane sono state per me motivo di profonda sofferenza: chi svolge un ruolo pubblico con senso di responsabilità sente il peso di ogni decisione e di ogni parola, soprattutto quando in gioco c’è la credibilità dell’istituzione e il lavoro di tanti professionisti. Sapere che il mio nome è stato accostato a vicende lontane dal mio modo di essere e di operare è stato, umanamente, un dolore profondo. Chi mi conosce sa quanto io abbia sempre vissuto questo ruolo come un servizio, non come un potere”.

“AGITO PER IL BENE DEI PIU’ DEBOLI”

L’ex direttore dell’Asp siracusana ha poi spiegato la scelta di autosospendersi e – successivamente – di rassegnare le dimissioni. “La scelta di autosospendermi e poi di dimettermi è stata tra le più dolorose della mia vita, perché significava interrompere un impegno che consideravo una missione. Tuttavia, ho ritenuto fosse un atto necessario, per rispetto verso la Magistratura e per tutelare l’Azienda, affinché potesse continuare a operare senza alcuna ombra o interferenza. Accolgo con sollievo i passaggi dell’ordinanza che riconoscono la correttezza del mio operato e la distanza da qualsiasi ipotesi di illecito. Confidando sempre nella Magistratura, affronterò le fasi successive con fiducia e serenità, nella consapevolezza di aver sempre agito per il bene dei più deboli e della sanità pubblica. È questo, e solo questo, ciò che ha sempre guidato le mie scelte” ha concluso Caltagirone.

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