Tre filoni di illegittimità denunciati dai Comuni. Assessore accusato di essersi attribuito poteri del Presidente della Regione
La nascita di Aretusa Acque, la nuova società che dovrebbe gestire il servizio idrico integrato nella provincia di Siracusa, si trova in una fase di stallo a causa dei ricorsi presentati da alcuni Comuni. I ricorsi presentati da alcuni Comuni contro i commissariamenti nell’ambito della costituzione di Aretusa Acque si basano su tre principali filoni di presunta illegittimità che stanno bloccando l’iter di nascita della nuova società per la gestione del servizio idrico integrato.
Incompetenza dell’Assessore regionale
Il primo punto contestato riguarda l’incompetenza dell’Assessore regionale, che si sarebbe attribuito poteri che la legge affida unicamente al Presidente della Regione. Una violazione delle competenze che inficerebbe alla radice la legittimità dei provvedimenti adottati.
Lesione dell’autonomia comunale
Il secondo aspetto denunciato concerne la lesione del diritto costituzionale all’autonomia dei Comuni, che sono stati commissariati per motivazioni non previste dalla legge. Una criticità che tocca un principio fondamentale dell’ordinamento amministrativo italiano.
Violazione della rappresentatività democratica
Il terzo filone di illegittimità riguarda l’estensione del commissariamento alla nomina della governance, che prescinde dalle indicazioni dei soggetti competenti e titolati, ovvero sindaci e consigli comunali. I ricorrenti lamentano inoltre l’assenza di preventiva indicazione dei criteri per la scelta e la violazione del principio di rappresentatività e tutela dei soci pubblici, consacrato nello schema di statuto e nei patti parasociali tra soci pubblici.
Questa situazione di contenzioso impedisce ai commissari di agire in sostituzione dei sindaci, mentre restano da chiarire diversi aspetti normativi sulla governance della futura società. Un blocco che rischia di compromettere i tempi di costituzione di Aretusa Acque e, di conseguenza, la regolare transizione del servizio idrico integrato.
Nodi da sciogliere
Le questioni sollevate nei ricorsi toccano aspetti cruciali dell’assetto istituzionale e della legittimità dei procedimenti amministrativi. La risoluzione di queste controversie appare fondamentale per sbloccare l’iter costitutivo della nuova società e garantire la continuità del servizio idrico per i cittadini della provincia di Siracusa.
Il contenzioso in corso evidenzia la complessità giuridica e istituzionale di una riforma che coinvolge numerosi enti locali e che richiede un equilibrio delicato tra esigenze di efficienza gestionale e rispetto delle prerogative democratiche degli enti territoriali.
Requisiti stringenti per la governance
I requisiti per i futuri amministratori sono fissati dalla legge e dallo statuto: competenza e moralità rappresentano i punti cardine per la selezione. La società dovrà superare il vaglio dei controlli antimafia, con verifiche puntuali su tutti gli amministratori, pubblici e privati, soprattutto per coloro che hanno rivestito cariche pubbliche in passato.
Anche sul fronte della competenza, la scelta è vincolata al possesso di requisiti minimi inderogabili che dovranno essere comprovati prima dell’assunzione della carica. Un contesto che suggerisce l’adozione di un metodo di selezione improntato al massimo rigore, per favorire personalità con solide esperienze professionali e un’etica all’altezza del ruolo.
Le sfide del passaggio di consegne
Aretusa Acque dovrà affrontare fin da subito la complessa transizione dalle vecchie gestioni, a partire da quella del Comune di Siracusa. Il gestore uscente presenta numerose partite aperte, anche di natura economica, che non dovranno influenzare l’avvio del nuovo servizio né appesantire la nuova società.
Problematiche analoghe riguardano la presa in carico dei depuratori, incluso quello a servizio dei Comuni di Melilli e Priolo, attualmente sotto amministrazione giudiziaria. Si aggiunge poi il tema del passaggio del personale e delle opere immediatamente cantierabili, come il depuratore di Augusta.
La vicenda si configura come un passaggio di dimensioni tali da segnare un’epoca per la gestione del servizio idrico nel territorio siracusano. Un banco di prova che metterà alla luce chi saprà distinguersi positivamente e chi invece mostrerà i propri limiti in una transizione cruciale per il futuro dell’approvvigionamento idrico della provincia.
La complessità della situazione richiede massima attenzione e competenza da parte di tutti gli attori coinvolti, in un momento in cui la qualità del servizio idrico rappresenta una priorità assoluta per i cittadini e le imprese del territorio