Palazzo Messina Carpinteri ore 17.30. Il libro di Vincenzo Perez ed Emiliano Scrofani sulla vita di Fra Giuseppe Buscemi
Si presenta venerdì 24 ottobre 2025, ore 17:30, al Palazzo Messina Carpinteri del Comune di Canicattini Bagni, in via XX Settembre 36, il libro di Vincenzo Perez ed Emiliano Pietro Scrofani “Il miracolo della pietra – l’ultimo Eremita” (Amazon KDP luglio 2025), la storia dell’ultimo eremita ibleo, Fra Giuseppe, vissuto a Buscemi (12 agosto 1891 – 18 aprile 1975) dov’è deceduto all’età di 83 anni.
La presentazione, aperta dai saluti del Sindaco Paolo Amenta, dell’Assessore alla Cultura, Domenico Mignosa, e di Don Marco Ramondetta, Parroco della Chiesa Madre Santa Maria degli Angeli, vedrà dialogare con gli autori la responsabile dei Servizi Culturali del Comune, Paola Cappè, Direttrice della Biblioteca comunale “G. Agnello” di Canicattini Bagni.
Per l’occasione verrà esposto il ritratto di Fra Giuseppe realizzato da Maria Leone ed eseguito il brano dedicato all’Eremita composto da Aurelio Caliri.
Vincenzo Perez, docente di Storia e Filosofia al Liceo Classico di Palazzolo Acreide, ed Emiliano Pietro Scrofani, suo ex studente, che ha frequentato il Liceo Artistico sempre di Palazzolo A. e si occupa di grafica, organizzazione di mostre ed eventi culturali, che hanno affidato la Prefazione del loro libro a Mons. Carlos Alberto Sánchez, Arcivescovo della Diocesi argentina di Tucumán, attraverso un’operazione di ricerca e le testimonianze degli anziani ancora in vita, ricostruiscono, a 50 anni dalla morte, e danno valore alla vita di Fra Giuseppe, l’eremita non appartenente ad alcun ordine monastico, personaggio vissuto in assoluta povertà in varie grotte del territorio ibleo a ridosso del centro abitato della piccola Buscemi, vivendo al loro interno, arricchendole di sculture e dipinti.
Negli ultimi dieci anni della sua vita Fra Giuseppe, che da piccolo, prima di ricevere la vocazione, era stato occupato ad accudire il gregge di un pastore della zona, e a cui venivano attribuiti poteri sovrannaturali, preveggenza e taumaturgia, visse in quello che ancora oggi viene chiamato “Eremo di Fra Giuseppe“, divenuto meta di pellegrini da ogni parte dell’Isola, per ottenere aiuto e conforto.