Aggiornato al 26/06/2025 - 11:00
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CGIL Siracusa: “Città troppo cara per chi ci vive, troppo comoda per chi specula”

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L’organizzazione sindacale lancia l’allarme sull’aumento del costo della vita: “Serve una reazione collettiva, un piano di sviluppo economico locale e misure contro le disuguaglianze”

“Città troppo cara per chi ci vive, troppo comoda per chi specula”. È l’allarme lanciato dal sindacato provinciale attraverso una nota diffusa nelle scorse ore. Al centro della denuncia l’aumento del costo della vita, che secondo gli ultimi dati pone Siracusa come la seconda città più cara d’Italia, con un’inflazione annua al +3% e una spesa media aggiuntiva di quasi 700 euro a famiglia.

“Non è più possibile restare immobili. Serve un cambio di passo, immediato e condiviso”, sottolinea la CGIL, che evidenzia come questo incremento dei prezzi non sia un dato isolato, ma il riflesso di una realtà sociale sempre più fragile e segnata da disuguaglianze crescenti.

Secondo la CGIL, a pagare il prezzo più alto dell’aumento del costo della vita sono i lavoratori, i pensionati, i giovani e le famiglie già in difficoltà. Con salari medi tra i più bassi d’Italia (circa 16.000 euro lordi annui) e un tasso di occupazione tra i più bassi della penisola, l’inflazione si trasforma in una “tassa occulta sulla povertà”.

“I lavoratori poveri aumentano, anche tra chi ha un contratto regolare”, si legge nel comunicato. “I pensionati vivono con assegni spesso insufficienti anche solo per coprire bollette e farmaci. Molti anziani sono costretti a scegliere se mangiare o curarsi”.

Uno scenario che, secondo il segretario generale Roberto Alosi, richiede risposte urgenti:
“Siracusa sta diventando troppo cara per chi ci vive e troppo comoda per chi ci specula”, afferma. “Serve una reazione collettiva, un patto per la giustizia sociale”.

Tra le proposte della CGIL:

  • calmieramento degli affitti e dei prezzi dei beni essenziali,

  • introduzione di controlli e sanzioni contro gli speculatori,

  • potenziamento delle politiche attive del lavoro,

  • introduzione del salario minimo,

  • formazione professionale e sostegno alle start-up locali,

  • ampliamento della rete di protezione sociale e dei servizi di welfare,

  • piano di sviluppo economico locale, con investimenti pubblici e valorizzazione del turismo sostenibile, del manifatturiero e dell’agroalimentare.

La CGIL propone inoltre la creazione di strutture permanenti di studio e analisi in sinergia con istituzioni, imprese e sindacati. In particolare, si fa riferimento alla sede di Via Sele, ristrutturata grazie a un progetto della Camera di Commercio, e alla sede del Libero Consorzio dei Comuni, come possibili incubatori di idee e centri di competenza locale.

“È tempo che le competenze del territorio tornino protagoniste”, dichiara ancora Alosi. “Serve un’economia più strutturata e resiliente che metta al centro le persone. E serve ora, prima che il disagio si trasformi in rottura sociale”.

La CGIL di Siracusa ribadisce la necessità di politiche pubbliche che garantiscano lavoro stabile e diritto all’abitare, puntando a contrastare rendita e speculazione. Un appello che si accompagna all’invito al confronto rivolto a tutti gli attori istituzionali e sociali del territorio, per costruire un progetto condiviso di sviluppo e coesione.

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