Aggiornato al 02/03/2021 - 19:13

Nè lontano nè vicino

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[vc_row][vc_column][vc_text_separator title=”U fattu è nenti: è comu si cunta, rubrica a cura di Valerio Vancheri”][vc_column_text]V’è un’ora, in questa città, unica al mondo.

V’è un luogo dove il tramonto non significa mai una fine. Si va lì per questo: per il tramonto, non perché finisce il giorno.

Prendete una fonte d’acqua dolce; metteteci dentro delle piante acquatiche. Ma non delle piante qualsiasi: delle piante uniche, tipo … tipo i papiri.

Datemi un mito, che si fermi qui per sempre e che fermi qui il tempo per sempre. Datemi un fiume che sia un dio; datemi una ninfa che si trasformi in fonte; datemi un amore impossibile fra le loro acque, che si incontrino nel mare.

Poi prendete uno specchio d’acqua ampio e circolare, che sia calmo nel tardo pomeriggio.

Piazzate a ponente un filare di monti antichi, appiattiti dall’erosione.

Più indietro mettete un vulcano, tipo l’Etna. Meglio se trasmette i riflessi di una spruzzata di neve ed i bagliori di un’eruzione di lava fluida.

E dentro metteteci un dio, che sappia forgiare le armi degli altri dei e degli uomini che ne siano degni.

Noi ci mettiamo il sole di Sicilia e lo lasciamo fare.

Non a caso, ogni popolo, ogni viaggiatore, ogni conquistatore, ogni visitatore, ogni poeta, ogni disegnatore, tutti si sono fermati qui.

Ed un posto unico, con un fenomeno unico come il tramonto visto da qui, merita un punto d’osservazione unico.

La passeggiata domina la Fonte e gli alberi della Marina sottostante, poi gira tutt’intorno all’isola, sì da poterla vedere in controluce, come la sagoma di una bella donna, adagiata sul fianco prosperoso.

Alle spalle c’è un tempio dorico con la facciata di una cattedrale barocca. Dove mai al mondo si è vista una cosa simile?

Di fronte, il castello svevo separa il mare interno da quello aperto a levante, verso la Grecia, dove si và e da dove siamo venuti.

Un luogo per rimanere incantati, o per liberare le emozioni.

Ma anche un luogo ideale, per liberare gli ideali.

Almeno quelli. La triste realtà è tutt’altra cosa.

Ma chi sta parlando di realtà?[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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