Trecento cespugli e trenta alberi piantati nel 2020 oggi soffocati dall’incuria: una lacuna nel capitolato di manutenzione del verde pubblico penalizza le scuole
Carlo Gradenigo interviene sulla vicenda della scuola di Archia di via Calatabiano.
«Il progetto realizzato nel 2020 si prefiggeva di trasformare le aiuole brulle della scuola in un vero e proprio giardino con la messa a dimora di circa 30 alberi tra ulivi, carrubbi, ligustri, lecci e 300 cespugli. Di tutto ciò oggi a distanza di 5 anni, rimane solo l’erba incolta alta più di un metro. Escludere la manutenzione delle scuole comunali dal capitolato del servizio manutenzione del verde pubblico, pensando che possano essere i collaboratori scolastici ad occuparsi del verde, rappresenta l’ennesimo fallimento annunciato e un disservizio che vanifica tempo e lavoro. Le scuole dove i nostri figli passano metà della loro giornata oltre che sicure dovrebbero essere ricche di verde, di alberi e di ombra essendo i bambini tra le figure più vulnerabili al caldo insieme agli anziani. Gettare alle ortiche 5 anni di crescita di quegli alberi non è ammissibile ed il tempo non è una variabile che si può ricomprare».