Aggiornato al 02/12/2025 - 11:08
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Costruzioni in frenata, allarme Fillea Cgil: “Senza liquidità cresce il rischio usura e mafia. Svincolare i fondi del Ponte”

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Il segretario Pistorio analizza la manovra: “Tagli alle opere pubbliche e ritardi nei rimborsi materiali. Usare le risorse dello Stretto per la Modica-Gela e la Nord-Sud”

Un rallentamento pericoloso che rischia di aprire autostrade alla criminalità organizzata. La Fillea Cgil Sicilia lancia l’allarme sul settore delle costruzioni, motore produttivo dell’Isola che rischia di grippare a causa delle scelte di bilancio nazionali.

Il segretario generale Giovanni Pistorio avverte che la compressione degli investimenti e della liquidità, in una regione fragile come la Sicilia, può avere effetti devastanti. “Senza risorse certe e senza una programmazione stabile – afferma Pistorio – il rischio è di fermare cantieri fondamentali e mettere in crisi imprese e lavoratori”.

Il nodo del Ponte e le opere incompiute

La critica alla manovra nazionale è netta: mancano fondi per il piano casa e si taglia sulle opere pubbliche. Il sindacato punta il dito contro il congelamento delle risorse per il Ponte sullo Stretto.

“Certamente si potrebbe fare tanto di più – continua Pistorio – se le risorse infruttuosamente messe lì per il ponte venissero svincolate e utilizzate per le opere pubbliche necessarie all’infrastrutturazione dell’area dello stretto”.

L’elenco delle priorità indicate dalla Cgil è preciso:

  • Attraversamento stabile dei treni (non solo quelli veloci).

  • Completamento di assi viari cruciali come la Modica-Gela e la Gela-Mistretta (la cosiddetta Nord-Sud).

  • Avvio della procedura per la nuova Tangenziale di Catania.

  • Interventi sull’efficientamento energetico.

Caro materiali e rischio usura

Sul fronte tecnico ed economico, la Fillea denuncia i ritardi nei rimborsi del “caro materiali” previsti dal DL Aiuti per i lavori di fine 2024 e inizio 2025. “Senza quelle compensazioni molte imprese siciliane non reggeranno. I cantieri stanno già rallentando e i ritardi nei pagamenti degli stipendi crescono”.

Ancora più cupa la previsione per il 2026, quando gli extracosti potrebbero essere scaricati sulle stazioni appaltanti (i Comuni), molti dei quali sono già in dissesto.

L’ombra della mafia

È qui che si inserisce l’allarme più grave. La mancanza di liquidità legale apre le porte a quella illegale.

“La criminalità organizzata dispone di liquidità immediata e può sostituirsi al credito legale, rilevare imprese in difficoltà, influenzare subappalti e controllare la filiera”, avverte Pistorio. “Ogni ritardo nei pagamenti diventa un’occasione per i clan di inserirsi nel settore, approfittando della fragilità del tessuto economico siciliano. Pericolo simile a quello già vissuto negli anni Novanta”.

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