Aggiornato al 29/10/2025 - 09:02
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Guardia di finanza

Messina, Truffe con lo schema “Ponzi”: sequestrati conti esteri e beni per 3 milioni di euro

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La Guardia di Finanza ha concluso un’operazione che ha portato al blocco di 41 conti correnti in 11 Paesi europei per truffa ai danni di 39 risparmiatori del litorale tirrenico

Dovrà rispondere di autoriciclaggio, truffa e esercizio abusivo dell’attività finanziaria un calabrese, a cui la Guardia di Finanza di Messina ha sequestrato di oltre 3 milioni di euro . Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le indagini preliminari di Barcellona Pozzo di Gotto su richiesta della Procura diretta da Giuseppe Verzera.

L’indagine ha permesso di scoprire una serie di truffe ai danni di decine di risparmiatori residenti nei comuni del litorale tirrenico messinese. Trentanove persone sono state raggirate attraverso quello che gli investigatori hanno definito uno schema Ponzi, sistema fraudolento nel quale i rendimenti degli investitori vengono pagati con i soldi versati dai nuovi partecipanti anziché da guadagni reali.

Le Fiamme Gialle hanno ricostruito una complessa rete societaria gestita dall’indagato, creata allo scopo di reinvestire i guadagni illeciti accumulati con diverse truffe finanziarie e nascondere la provenienza dei fondi raccolti. Le società intestate all’uomo, con sede principalmente all’estero, corrispondono a semplici indirizzi di domiciliazione, senza insegne, utenze domestiche né alcuna struttura concreta riconducibile all’attività economica dichiarata.

L’operazione è partita dalle denunce presentate nel tempo da 9 persone e ha permesso di completare la ricostruzione di un contesto investigativo emerso in una precedente attività svolta nel 2021. Quella prima indagine aveva già accertato l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata all’abusivismo finanziario e all’illecita raccolta del risparmio da parte di 3 persone.

Gli autori della frode si erano avvalsi di figure note per la loro pregressa attività di consulenza nelle zone di Barcellona Pozzo di Gotto e Patti, convincendo i risparmiatori della bontà delle operazioni finanziarie proposte. I truffatori erano consapevoli che le vittime non avrebbero mai ottenuto né la restituzione del capitale né gli interessi promessi.

Gli approfondimenti hanno permesso di individuare tutti gli attori coinvolti nelle transazioni e di tracciare i flussi finanziari tra gli investitori e i promotori delle operazioni, ricostruendo l’attuale collocazione delle somme e i beneficiari ultimi.

Attraverso gli strumenti di cooperazione internazionale, le Fiamme Gialle hanno individuato beni mobili, depositi bancari e 41 conti correnti, anche virtuali, attivi in 11 Paesi europei: Bulgaria, Francia, Germania, Lituania, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania e Spagna. Nei confronti di questi conti sono stati inoltrati i Freezing Certificates, equivalente internazionale del sequestro italiano, per un importo complessivo di oltre 3 milioni euro.

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