Pippo Zappulla di Sinistra Futura invita a mantenere viva la memoria dei braccianti uccisi nel 1968 e a difendere la civiltà nel lavoro
Sono trascorsi 57 anni dai Fatti di Avola, quando due braccianti, Giuseppe Scibilia e Angelo Sigona, persero la vita durante una manifestazione di lavoratori a Chiusa di Carlo, alle porte di Avola, mentre altri 48 furono feriti.
In una nota ufficiale, Pippo Zappulla, Coordinatore Regionale di Sinistra Futura, ha dichiarato: “Mai abbassare la guardia ma ricordare sempre per rendere onore ai braccianti uccisi e per affermare sempre i diritti e la civiltà nel lavoro. È necessario che il passare del tempo non offuschi la memoria soprattutto per consegnare alle nuove generazioni il ricordo di quei fatti e di quei braccianti siciliani è un preciso dovere”.
Zappulla ricorda che i braccianti, supportati dai sindacati, stavano lottando per rivendicare sacrosanti diritti e per cancellare le gabbie salariali che causavano differenze di salario anche all’interno della stessa provincia di Siracusa, tra Avola e Lentini.
Secondo il coordinatore regionale, non basta solo ricordare: “È necessario assumere il preciso impegno a tenere alti i diritti nel lavoro evitando sempre possibili drammatici ritorni al passato”.
Sinistra Futura denuncia inoltre “la destrutturazione del lavoro e dei suoi diritti, a partire dalle campagne e in molti altri settori perché la precarietà e, peggio, il caporalato e lo sfruttamento selvaggio rimangono purtroppo ancora piaghe dell’intera società”.
Zappulla sottolinea infine che c’è una pericolosa tendenza politica ed economica che cerca, “utilizzando anche i diversi colori della pelle e speculando sul bisogno, a comprimere i diritti fondamentali e la dignità dei lavoratori e del lavoro”.
Conclude la nota: “Quei fatti e quelle vittime devono consegnarci la consapevolezza che la qualità del lavoro, il rispetto dei diritti fondamentali delle lavoratrici e dei lavoratori rappresentano una delle condizioni per definire una società davvero civile e democratica”.









