Roberto Alosi (CGIL) accusa il Governo di non affrontare seriamente la crisi industriale e la chiusura degli impianti ENI
La visita del Ministro Urso a Siracusa si è trasformata, secondo Roberto Alosi, segretario generale della CGIL di Siracusa, in un’occasione persa per affrontare la grave crisi industriale che sta colpendo il territorio. Alosi critica la gestione del Governo, sottolineando la mancanza di un piano strategico concreto per salvaguardare l’occupazione e il futuro industriale del polo chimico siracusano.
“Chiudendosi nel recinto rassicurante di Confindustria, il Ministro ha evitato ancora una volta il confronto con le forze sociali, dimostrando scarsa sensibilità e preoccupazione per il futuro industriale e occupazionale del territorio”, dichiara Alosi.
Contraddizioni nelle scelte del Governo
Alosi pone in evidenza le contraddizioni nelle politiche del Governo, che da un lato non interviene contro il disimpegno di ENI nella chimica di base, e dall’altro sostiene a livello europeo l’importanza di tutelare la produzione chimica strategica.
“Le rassicurazioni del Ministro, lette sulla stampa, non cancellano l’incoerenza di un Esecutivo che, da un lato, accetta passivamente il disimpegno di ENI – partecipata dallo Stato – dalla chimica di base, e dall’altro sostiene in Europa, insieme ad altri Paesi, la necessità di un Critical Chemical Act”, afferma Alosi.
Secondo Alosi, queste contraddizioni rischiano di compromettere definitivamente la competitività dell’industria italiana, che si troverebbe a importare materie prime da Paesi extraeuropei a costi più alti.
Il piano di riconversione di ENI: insufficiente e privo di garanzie
La CGIL di Siracusa esprime anche forti dubbi riguardo il piano di riconversione annunciato da ENI per gli impianti di Priolo, Ragusa e Brindisi, ritenendolo insufficiente e senza garanzie concrete per la salvaguardia dei posti di lavoro.
“Il piano di riconversione annunciato da ENI è del tutto insufficiente e privo di reali garanzie: non assicura la salvaguardia dei posti di lavoro, non tutela le imprese dell’indotto e lascia irrisolti i nodi strutturali della filiera chimica nazionale”, continua Alosi.
La CGIL, insieme alle Regioni Puglia ed Emilia-Romagna, ha rifiutato di sottoscrivere il protocollo d’intesa proposto dal Governo, che è stato giudicato vago e senza impegni concreti in merito ai tempi e alle risorse.
Una crisi che continua a colpire l’occupazione
La CGIL denuncia anche l’assenza di un piano chiaro da parte del Governo per affrontare la crisi industriale che sta colpendo pesantemente il territorio, con un calo della produzione e un aumento della cassa integrazione.
“A fronte di una crisi industriale senza precedenti, con due anni consecutivi di calo della produzione, un aumento del 47% della cassa integrazione e migliaia di aziende in difficoltà, il Governo continua a navigare a vista”, conclude Alosi.