L’eco del silenzio forzato nelle Eolie arriva fino a Siracusa. Mentre a Panarea gli albergatori lamentano una “movida spenta”, a Ortigia il comitato dei residenti si organizza a livello nazionale ed europeo per la vivibilità. La sfida è un equilibrio sostenibile tra turismo e qualità della vita
C’è un silenzio che fa più rumore di qualsiasi musica ad alto volume. È il silenzio che, dopo il tramonto, è calato su Panarea, una delle perle delle Eolie, da sempre sinonimo di notti glamour e vivaci. Un silenzio imposto da ordinanze restrittive che, nate per tutelare la quiete, rischiano oggi di “spegnere” l’anima dell’isola. L’allarme, lanciato dall’Associazione Albergatori locale, è un’eco che risuona potente anche tra i vicoli di Ortigia, dove la stessa, delicata partita si gioca ogni sera.
La questione di Panarea è emblematica. Gli operatori turistici, guidati da Salvatore Tesoriero, non chiedono il “ritorno al caos”, ma lamentano una “monotonia serale” che sta impoverendo l’esperienza turistica. “Serve armonia tra quiete e vitalità”, spiegano, sottolineando come la clientela giovane e internazionale, vitale per l’economia dell’isola, sia attratta da quel mix unico di bellezza e socialità che la musica dal vivo e un sano intrattenimento hanno sempre garantito. Un’ordinanza troppo rigida, secondo loro, rischia di disincentivare proprio quella fetta di turismo che ha contribuito allo sviluppo economico dell’isola.
Se Panarea lancia il grido d’allarme dal fronte imprenditoriale, Ortigia risponde con la voce, sempre più strutturata, dei suoi residenti. Qui, il dibattito non è un’eco lontana, ma una realtà quotidiana. Il Comitato Ortigia Cittadinanza Resistente, guidato dal portavoce Davide Biondini, ha trasformato la protesta in proposta, elevando la vertenza locale a un livello nazionale ed europeo.
La medaglia, infatti, ha un’altra faccia: quella del “diritto al riposo” e alla vivibilità di un centro storico patrimonio dell’umanità, messo a dura prova da un turismo talvolta incontrollato e dagli eccessi della “mala movida”. Il Comitato non si è limitato alle lamentele. Ha aderito al coordinamento nazionale “No Degrado e Mala Movida”, ha candidato un progetto di co-housing sostenibile a un prestigioso premio europeo e ha avviato un dialogo con la Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco. “Vogliamo risultati concreti”, afferma Biondini, proponendo Ortigia come “laboratorio pilota” per politiche urbane più eque.
In questo scenario polarizzato, si inserisce l’azione delle istituzioni, che a Siracusa cercano di fare da arbitri. La riunione dello scorso mese del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, presieduto dall’ormai ex Prefetto Giovanni Signer, ha messo attorno allo stesso tavolo tutti gli attori: rappresentanti di categoria, esercenti e lo stesso comitato dei cittadini. Il risultato? La promessa di un’intensificazione dei controlli serali da parte della Polizia di Stato.
Le parole del Questore, Roberto Pellicone, sono indicative della complessità della sfida: garantire “una sicura fruizione della movida serale ai giovani“, tutelando al contempo “l’interesse del territorio e della vocazione turistica” e, implicitamente, il diritto alla quiete dei residenti. I controlli si concentreranno su punti critici come l’alcol ai minori, la sicurezza dei locali e, soprattutto, le emissioni sonore notturne.
La vera sfida per Ortigia, oggi, è quella di non diventare né una Panarea “muta”, che rischia di perdere appeal economico, né un parco divertimenti senza regole, che espelle i suoi abitanti. La soluzione, come sempre, sta nel mezzo: in regolamenti chiari e applicati, nel dialogo costante tra le parti e in un senso di responsabilità condiviso. L’obiettivo è una “convivenza armoniosa” che permetta ai turisti di godere della bellezza e della vitalità dell’isola, agli esercenti di lavorare e ai residenti di vivere.
Proprio dagli esercenti arriva forte però un grido d’allarme legato ai nuovi orari della ZTL nell’isolotto: nata per provare ad incentivare il trasporto pubblico e anche le stesse attività economiche, nei fatti la nuova ZTL ha ridotto l’affluenza di turisti ma soprattutto residenti e tutte le attività denunciano importanti cali negli incassi. Anche il servizio di navetta sperimentale dal capolinea in Corso Umberto al parcheggio Elorina, terminato il 6 luglio scorso e non prorogato, non ha purtroppo avuto il successo sperato.
Ortigia, con la sua storia e la sua bellezza mozzafiato, ha l’opportunità di diventare un modello virtuoso, un luogo dove la movida non è sinonimo di degrado, ma di socialità rispettosa. Un equilibrio difficile, ma non impossibile. E necessario, affinché la sua anima non venga né “spenta” dal silenzio, né soffocata dal rumore.






