Aggiornato al 31/05/2021 - 07:04
clacson siracusapress

Uso del clacson, l’abisso tra la Sicilia e il Nord – ‘A Milanisa

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Al Nord si utilizza solo per necessità, in Sicilia si suona per palesarsi, spesso in presenza, ma volte anche nei sentimenti 

[/vc_column_text][vc_text_separator title=”di Federica Capodicasa”][vc_column_text]Al nord, come del resto in ogni altra parte d’Italia fino più o meno al Molise, il clacson dell’automobile non è altro che uno strumento dato in dotazione dalle case di produzione automobilistiche, utilizzato assai raramente e solo ed esclusivamente, in situazioni la cui necessità diventa pressoché fondamentale.

Al sud, invece, quest’ultimo rappresenta uno status, una condizione fondamentale per affermare l’identità di ogni conducente di qualsivoglia età, ceto sociale e cultura.

Avendo vissuto in prima persona entrambe le realtà, quella del nord, milanese e quella del sud, siracusana, mi sento legittimata ad affermare con assoluta certezza che l’uso che se ne fa è estremamente differente.

clacson siracusapressMi spiego meglio. Al sud l’utilizzo del clacson ha molteplici significati.

Il più famoso è sicuramente t’annacare! ti devi muovere!

Il siciliano, infatti, tende a usare molto spesso il clacson al semaforo, se ne serve solo ed esclusivamente come richiamo ed esortazione, perché tende a suonarlo sempre qualche secondo prima che scatti il verde e lo fa per attirare tempestivamente l’attenzione del conducente avanti a lui, ovviamente, per non perdere secondi preziosi.

Accezione altrettanto importante è ciao ‘mbare, ciao amico mio.

Infatti, l’incessante incrociarsi per strada con amici, parenti e affini, ha fatto sì che il siciliano abbia preferito l’agio di una rapida scampanata, rispetto al disturbo di dover abbassare e alzare il finestrino in continuazione.

Per non parlare di chi si bedda!

I più lo usano infatti per complimentarsi con le oriunde bellezze, apostrofandole con una o due clacsonate se indossano rispettivamente un vestito succinto o una gonna corta. Con tre se Madre Natura è stata particolarmente munifica con loro.

Che dire poi di vafanculu e qui non serve traduzione.

clacson gasmanIl driver del sud, quando riceve uno sgarbo per la strada, si incolla letteralmente al clacson per un tempo che sembra sempre infinito, non gli serve sfoderare strani appellativi, basta un idrofobo scampanio e l’altro capisce.
Forse alcuni non sanno che può significare anche scinni! scendi!

Spesso accompagnato da una ittata di uci, vociata, il clacson funge spesso anche da citofono.

Io la patente l’ho presa al nord, a Milano per la precisione e mi ricordo ancora quando l’istruttrice mi diceva di usare il clacson solo ed esclusivamente in situazioni di necessità. Quali poi?

Vivere in Sicilia mi ha insegnato che le necessità sono sempre estremamente soggettive.

Suonare ai semafori per partire in velocità e guadagnare quei secondi preziosi che verranno spesi poi per salutare un vecchio amico.

Suonare alle belle donne perché u sangu, il sangue, scorre vinto dalla malia, ma mai e poi mai da un possibile vafanculu.

Suonare per palesarsi, spesso nella presenza, ma a volte anche nei sentimenti.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text]Leggi anche:

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