Aggiornato al 08/07/2024 - 13:04
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Episodio inqualificabile

Siracusa, episodio spiacevole nei confronti di una donna disabile al museo “Paolo Orsi”, l’intervento di “Sicilia turismo per tutti”

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L’associazione presieduta da Bernadette Lo Bianco che promuove il turismo inclusivo stigmatizza i fatti raccontati in un articolo di “Repubblica Palermo”

L’associazione “Sicilia Turismo per Tutti “esprime profondo sconcerto e dispiacere per l’episodio di discriminazione nei confronti di una persona con disabilità motoria verificatosi al Museo Paolo Orsi di Siracusa.

Secondo quanto raccontato dagli organi di stampa “la Repubblica Palermo ” dal Titolo “Io umiliata al Museo archeologico Paolo Orsi di Siracusa: sono su una sedia a rotelle e mi hanno chiesto di dimostrare la mia invalidità”, alla persona in questione sarebbe stata richiesta la documentazione a comprova del proprio stato di disabilità motoria per poter usufruire dell’ingresso gratuito previsto dalla legge.

“Sicilia Turismo per Tutti” auspica che ogni qualvolta la disabilità è evidente, il buon senso dovrebbe indurre a ritenere non necessarie ulteriori prove per essere riconosciuta.

L’associazione spera che la direzione del Museo Paolo Orsi di Siracusa e i responsabili della biglietteria vorranno scusarsi pubblicamente con la persona coinvolta e confida che episodi del genere non accadano mai più .
È ora di un definitivo cambio culturale per garantire alle persone con disabilità il pieno e incondizionato godimento dei propri diritti, a partire dal diritto di fruire dei beni culturali senza discriminazioni e ostacoli.

“Sicilia Turismo per Tutti “si dichiara disponibile per un confronto costruttivo con la direzione del Museo Paolo Orsi e con le istituzioni competenti, al fine di promuovere una cultura dell’accessibilità e dell’inclusione che sia davvero rispettosa dei diritti di tutti.

La replica dell’impiegata della biglietteria

Gentile Direttore,

A seguito degli attacchi alla mia persona sui media, desidero spiegare i fatti accaduti e sottolineare che, oltre a essere un dipendente diligente, ho applicato l’art. 4 comma 3 lettera I del DM dei Beni Culturali n. 507/97, modificato dal DM 239/2006: “è consentito l’ingresso gratuito… ai cittadini dell’Unione Europea portatori di handicap e a un loro familiare o altro accompagnatore che dimostri la propria appartenenza a servizi di assistenza sociosanitaria”, cui mi sono attenuta con massimo scrupolo e diligenza. Inoltre, ho svolto volontariato per disabili, tema a me caro e verso cui ho una particolare sensibilità. Di seguito la mia relazione dei fatti accaduti:

La sottoscritta, addetta alla biglietteria presso il Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi”, sito in Siracusa, relaziona che in data 26 giugno 2024, tra le ore 12.00 e le ore 13.00, si sono presentati alla biglietteria una donna affetta da disabilità e due accompagnatori, successivamente qualificati come il padre e la madre della persona disabile. I soggetti in questione hanno chiesto l’emissione di un titolo d’ingresso gratuito per la persona con disabilità per visitare il museo.

In questo caso, la normativa vigente prevede l’emissione di tale titolo, riportando sullo stesso il protocollo del verbale di invalidità civile o il numero del tesserino attestante la stessa. Alla mia richiesta di fornire tale documentazione, il padre ha risposto che stavo violando la privacy della persona disabile, iniziando un’aggressione verbale nei miei confronti, alla quale hanno assistito, esterrefatti, una collega e personale in servizio interno al museo. L’alterco è degenerato, con il padre che ha usato movenze brusche e frasi forti persino nei confronti della figlia, come: “qual tesserino vuoi, non vedi che è handicappata”.

In quel momento, cercavo di dissuadere il soggetto da azioni aggressive, spiegando con calma il mio dovere, ma mi rendevo conto che la calma poteva giungere solo se avessi adempiuto alle loro richieste di titoli d’ingresso gratuiti, ignorando le normative. La madre ha chiesto di interloquire con un responsabile del museo, e l’ho indirizzata agli uffici della Direzione, dove funzionari addetti alla segreteria le hanno spiegato la normativa vigente in merito ai titoli d’ingresso gratuiti per persone affette da disabilità. La sottoscritta ha seguito la signora presso gli uffici e, insieme alla funzionaria, abbiamo cercato di riportare la calma, spiegando che prima di essere burocrati eravamo delle “mamme” e capivamo la grave situazione, ma non potevamo violare le disposizioni vigenti.

La signora, non soddisfatta di non aver ottenuto ciò che richiedeva, ha minacciato una ritorsione giornalistica, dicendo esplicitamente che avrebbe riportato questo episodio in un articolo su La Repubblica, denunciando l’abuso subito, affermando che in altri siti culturali visitati avevano avuto accesso gratuito senza problemi. Non riuscendo nel proprio intento e vista la nostra fermezza, nonostante la minaccia velata, la madre si è diretta alla biglietteria per l’emissione dei titoli d’ingresso, porgendomi il proprio documento di riconoscimento affinché emettessi il titolo d’ingresso gratuito anche per l’accompagnatore del disabile. Purtroppo, il documento mi è stato strappato dalle mani in maniera aggressiva dal padre, che ripeteva che non ero autorizzata a farlo.

Vista la situazione critica, ho emesso un titolo d’ingresso gratuito per la persona disabile e due titoli a pagamento per i visitatori comuni, mentre subivo l’ennesima minaccia che la storia sarebbe finita sui giornali, in primis La Repubblica, come è successo oggi. Tale increscioso episodio è avvenuto fra lo stupore del personale presente e di quello interno al museo, lasciando la scrivente in uno stato di forte agitazione e preoccupazione per una possibile aggressione fisica, oltre che per quella verbale. Oggi provo una profonda amarezza, essendo stata denigrata su testate giornalistiche di caratura nazionale solo per essermi attenuta al mio dovere professionale e a una normativa semplice e chiara, cui tantissimi utenti con disabilità si attengono senza alcun problema: inserire sul titolo gratuito per un disabile un semplice protocollo del verbale di invalidità civile, cosa che i signori in questione non hanno voluto fare.

Il tutto si deve per opportuna conoscenza.

Cordiali saluti.

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