Mammucari:”Dobbiamo superare la legge Bossi-Fini e riconoscere permessi di soggiorno speciali per i migranti che lavorano nell’agricoltura”
Il fenomeno del caporalato è stato al centro del dibattito al G7 Agricoltura di Ortigia, dove Enrica Mammucari, segretario generale della Uila, ha sottolineato l’importanza di affrontare il problema con politiche concrete per tutelare i lavoratori agricoli e migliorare le condizioni di lavoro nel settore.
“È positivo che oggi al G7, dove promuoviamo le eccellenze agricole italiane, si parli di lavoro. Le eccellenze produttive devono essere realizzate nel rispetto dei diritti, dei contratti e della salute”, ha dichiarato Mammucari. “Purtroppo, il caporalato è un fenomeno diffuso e strutturato, e spesso i migranti sono le sue vittime principali, intrappolati in condizioni di marginalità e sfruttamento”.
Proposte concrete contro il caporalato Nel suo intervento, Mammucari ha proposto azioni su più fronti. “Il Governo ha fatto passi avanti con l’ultimo decreto legge sull’agricoltura, creando un sistema unico di incrocio di banche dati e istituendo la banca dati degli appalti, ma non è ancora abbastanza. Dobbiamo superare la legge Bossi-Fini e riconoscere permessi di soggiorno speciali per i migranti che lavorano nell’agricoltura”, ha affermato, proponendo un permesso specifico “per ricerca lavoro” e misure a tutela delle vittime di caporalato.
Il ruolo degli enti bilaterali agricoli Mammucari ha anche evidenziato il ruolo fondamentale degli enti bilaterali agricoli, che possiedono l’anagrafica delle aziende e dei lavoratori e possono facilitare il matching tra domanda e offerta di lavoro. “Dobbiamo togliere ossigeno ai caporali, intervenendo anche sui trasporti e sugli alloggi per i lavoratori, e così facendo, potremo sconfiggere una mafia che inquina il nostro Made in Italy”.
La questione del caporalato resta quindi centrale non solo come problema di illegalità, ma come una sfida per garantire diritti e dignità ai lavoratori nel settore agricolo italiano.