Aggiornato al 28/01/2025 - 18:16
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Giorgia Meloni indagata per il caso Almasri: “Non mi faccio intimidire”

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La premier annuncia l’indagine per favoreggiamento e peculato, coinvolti anche i ministri Nordio, Piantedosi e Mantovano

La premier Giorgia Meloni ha annunciato sui social di essere stata raggiunta da un avviso di garanzia nell’ambito dell’indagine sul caso Almasri, insieme ai ministri Nordio, Piantedosi e al sottosegretario Mantovano. Le accuse sono di favoreggiamento e peculato per il rimpatrio del comandante della prigione libica di Mittiga, Almasri.

Nel video diffuso sui suoi canali, Meloni ha ricostruito i fatti: «La Corte penale internazionale ha emesso un mandato di cattura internazionale contro il capo della polizia di Tripoli, Almasri, mentre era in procinto di entrare in Italia dopo aver soggiornato in altri tre Stati europei. La richiesta di arresto non è stata trasmessa al Ministero della Giustizia italiano e, per questo, la Corte d’appello di Roma ha deciso di non procedere alla convalida. Piuttosto che lasciarlo libero sul territorio italiano, abbiamo deciso di espellerlo per motivi di sicurezza con un volo dedicato, come accade in casi analoghi».

Meloni ha sottolineato la sua determinazione: «Non sono ricattabile, non mi faccio intimidire. Andrò avanti a testa alta, difendendo la sicurezza degli italiani, anche se questo mi rende invisa a chi non vuole un’Italia migliore».

L’indagine è coordinata dalla Procura di Roma, guidata dal procuratore Lo Voi, lo stesso del caso che aveva coinvolto Matteo Salvini per sequestro di persona. Il caso Almasri si inserisce in un contesto complesso, dove la sicurezza nazionale e le relazioni internazionali continuano a essere terreno di scontro politico.

La vicenda promette di suscitare ampio dibattito nei prossimi giorni.

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