Una intensa Sonia Bergamasco ha reso palpabile prima il dolore e poi il senso di rivalsa della protagonista immaginata da Sofocle e sapientemente messa in scena, in questa versione, da Roberto Andò
La prima delle Rappresentazioni Classiche Inda al Teatro Greco di Siracusa è un evento certamente mondano, con la solita sfilata di “vip” e autorità locali, ma rispetto ad altri eventi analoghi, conserva in sé anche una buona parte di “accesso democratico”, agli studenti soprattutto, in gran parte provenienti dai licei classici di tutta Italia, ma anche a semplici turisti nonché cittadini siracusani. Un pubblico variegato che offre uno spaccato eterogeneo di competenze, esperienze e interpretazioni e che ieri ha sostanzialmente apprezzato lo spettacolo messo in scena da Andò, con una “standing ovation” finale durata diversi minuti.
La reggia di Clitemnestra ed Egisto in “orizzontale”
Al centro della scena, quasi adagiata sul palco, la ricostruzione della reggia di Clitemnestra ed Egisto, i due amanti “sacrileghi” interpretati da una splendida Anna Bonaiuto e da Roberto Trifirò, in scena per pochi minuti ma già in grado di far comprendere lo studio del suo personaggio.
Spiega lo scenografo Gianni Carluccio che il palazzo “si è come adagiato al suolo e continua a nascondere al suo interno l’orrore che ha condannato Elettra a una sofferenza smisurata e inconsolabile se non dalla vendetta” mentre i costumi disegnati da Daniela Cernigliaro sono “senza un tempo preciso”. “Per raccontare la storia di Elettra – dice la costumista – non ci sono abiti d’epoca, la storia di odio e di vendetta non ha un tempo passato, è sempre attuale. Elettra vive come una serva concentrata sul come e quando vendicarsi dell’assassinio del padre. Il suo abito è lo specchio del suo tormento, ha addosso un ‘niente’ di costume”.
Gli intensi dialoghi e i monologhi di Elettra si svolgono sostanzialmente sempre lì, a partire dall’inganno iniziale di Oreste, deciso a fingersi morto, riportato alla madre Clitemnestra dal Pedagogo Danilo Nigrelli, fino alla scoperta finale dell’inganno, con Elettra e lo stesso fratello Oreste invasi da emozioni di gioia potentissima, frementi di vendetta.
Una curiosità che ci ha colpito è stato il dettaglio del racconto sulla finta morte di Oreste, un incidente su una gara di velocità tra “aurighi” che nella spiegazione ha ricordato in parte la memorabile scena della corsa delle bighe di Ben Hur.
Le musiche originali sono di Giovanni Sollima. “Sono del tutto assenti aspetti descrittivi o naturalistici e – come sempre – ho preferito un approccio evocativo in cui la tensione fosse palpabile, di impatto fisico, anche estremo – racconta Sollima – Per Elettra, moderna o atemporale, la musica reagisce ed esplode in un mix di amore, odio morboso, dolore, chiusura, urla, attesa, fragilità, vendetta, passato, futuro, ricordi, vuoti”. I movimenti del coro sono di Luna Cenere che racconta di aver lavorato “su un paesaggio al femminile che potesse stagliarsi tra le rovine, attraversare come uno sciame lo spazio o farsi esso stesso elemento integrante della meravigliosa scenografia ideata da Gianni Carluccio; immagino questi corpi come mossi dagli accadimenti, dalle emozioni di Elettra e dalla potenza della musica di Sollima”.
La prossima stagione
Prima dell’inizio dello spettacolo, Francesco Italia, presidente dell’INDA e Marina Valensise, consigliere delegato dell’INDA, hanno annunciato al pubblico il programma della 61° Stagione al Teatro Greco di Siracusa. Nel 2026 l’INDA metterà in scena Antigone di Sofocle per la regia di Robert Carsen nella traduzione di Francesco Morosi, Alcesti di Euripide per la regia di Filippo Dini nella traduzione di Elena Fabbro e I Persiani di Eschilo per la regia di Alex Ollé, tra i fondatori della compagnia La Fura del Baus, nella traduzione di Walter Lapini.
Realizzato in coproduzione con il Teatro di Napoli, lo spettacolo andrà in scena a Siracusa fino al 6 giugno, e in tournée a Pompei il 11, 12 e 13 luglio.
Sabato 10 maggio secondo debutto della stagione con la prima dell’Edipo a Colono di Sofocle, per la regia di Robert Carsen, nella traduzione di Francesco Morosi e Giuseppe Sartori nel ruolo di Edipo.