Aggiornato al 04/12/2025 - 18:29
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dicembre decisivo

22 giorni di pioggia a novembre ma insufficienti: ad Augusta solo 4,6 mm di precipitazioni

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SIAS lancia l’allarme: precipitazioni sotto media e mal distribuite. Deficit grave sul versante ionico e Ibleo

 Nonostante un novembre segnato da ben 22 giorni di precipitazioni, la Sicilia non è riuscita a colmare il suo deficit idrico. L’allarme lanciato dal SIAS (Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano) evidenzia una piovosità inferiore alla media e, soprattutto, una distribuzione geografica sfavorevole, con le aree cruciali degli invasi che ricevono contributi insufficienti.

Il mese appena concluso ha mostrato un’instabilità meteorologica significativa, specialmente nella seconda metà. Tuttavia, la pioggia è caduta a macchia di leopardo. Solo in tre occasioni (il 7, il 9 e il 21 novembre) i fenomeni atmosferici hanno avuto un carattere abbastanza diffuso da interessare quasi tutta la regione.

La tendenza prevalente ha visto le perturbazioni provenire più spesso da Ovest o dal Tirreno, portando benefici principalmente ai settori occidentale e meridionale dell’Isola, ma lasciando quasi all’asciutto la costa ionica.

La precipitazione media regionale di novembre si è attestata a 75,6 mm, un valore nettamente al di sotto della norma ventennale (2003-2022) che è di 102 mm.

Estremi e deficit: da Messina ad Augusta

Le differenze territoriali sono state estreme: la stazione di Messina ha registrato il massimo accumulo con 211 mm, mentre Augusta (SR) ha toccato un minimo sconcertante di soli 4,6 mm, un dato quasi paragonabile agli anni peggiori della serie storica.

Sebbene il numero medio di giorni piovosi sia stato di 8,5, vicino alla norma di 9,4, ciò indica che gli eventi singoli sono stati di scarsa intensità. La pioggia non è mancata come frequenza, ma è risultata meno consistente e significativa del normale.

Stazioni come Catania e Augusta hanno addirittura registrato solo 2 giorni piovosi, valori minimi che eguagliano solo il novembre del 2009.

Questa disomogeneità nella distribuzione delle piogge sta avendo conseguenze negative, in particolare sul settore idrologico. Nel medio termine (gli ultimi 12 mesi), sebbene la situazione generale mostri scarti più modesti rispetto alla norma, il versante ionico medio (area sud dell’Etna, Piana di Catania e nord Siracusano) continua a registrare un deficit significativo, seppur non ancora ai livelli della drammatica siccità 2023-2024.

Anche l’area Iblea, in particolare la provincia di Ragusa, presenta uno dei deficit in valore assoluto più elevati.

Il problema più pressante è che la natura delle piogge di novembre – eventi brevi intervallati da periodi asciutti e ventosi – non ha favorito il riempimento delle riserve:

  • Ricarica scarsa: l’acqua ha aiutato a ripristinare l’umidità dei suoli, ma non ha generato deflussi significativi verso il reticolo idrografico e, di conseguenza, verso i serbatoi superficiali
  • Perdite maggiori: il bilancio idrologico è ulteriormente appesantito dalle perdite per evaporazione e evapotraspirazione, che risultano essere superiori rispetto al passato, sottraendo preziose risorse

Il mese di dicembre è ora sotto stretta osservazione. Dalle sue precipitazioni dipenderà la possibilità di recuperare e superare definitivamente le conseguenze della grave crisi idrica che ha attanagliato la Sicilia per gran parte del 2023 e 2024.

Gli esperti del SIAS sottolineano che serviranno precipitazioni più intense, prolungate e uniformemente distribuite sul territorio, in particolare sulle aree che alimentano i principali bacini idrici, per invertire la tendenza e garantire riserve idriche adeguate per i mesi a venire.

La situazione rimane quindi critica, con il settore agricolo e quello civile che continuano a monitorare con apprensione l’andamento delle condizioni meteorologiche nei prossimi mesi invernali, tradizionalmente cruciali per la ricarica delle falde e degli invasi.

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