Equipaggi trasferiti al porto di Ashdod. Due opzioni: espulsione volontaria immediata o detenzione con rimpatrio forzato dopo 48-72 ore
Israele ha bloccato le prime navi della Flotilla dirette a Gaza, fermando gli attivisti presenti sulle imbarcazioni. Tra gli equipaggi ci sono diversi cittadini italiani, e tra i fermati potrebbe esserci il giornalista Saverio Tommasi
Il ministero degli Esteri israeliano ha documentato lo stop imposto a Greta Thunberg con un tweet in cui si legge: “Sta bene”. Non è ancora chiaro se analoghi provvedimenti siano stati adottati nei confronti di altri cittadini stranieri.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani è stato in contatto con il ministro degli Esteri israeliano Sa’ar in merito all’assistenza dei cittadini italiani a bordo della Flotilla, come si legge in una nota della Farnesina.
L’intero equipaggio delle navi sarà trasferito al porto di Ashdod e trattenuto in centri adibiti a tal fine.
Gli attivisti “dovranno tutti aspettare due-tre giorni perché essendoci la festa dello Yom Kippur fino a mercoledì sera nessuna pratica sarà disbrigata, quindi aspetteranno in un centro, probabilmente nel porto di Ashdod”, ha spiegato Tajani a Porta a Porta.
Gli attivisti verranno rimpatriati con degli aerei e “il nostro servizio consolare assisterà gli italiani”, ha assicurato il ministro.
I membri della Flotilla potranno scegliere tra due alternative:
1. Espulsione volontaria immediata
Accettare l’espulsione volontaria immediata, che avverrà nei tempi più rapidi possibili.
2. Detenzione con rimpatrio forzato
Rifiutare l’espulsione immediata, accettando una detenzione in carcere in attesa di rimpatrio forzato. In questo caso, i membri della Flotilla dovranno attendere il provvedimento di respingimento dell’Autorità giudiziaria, la cui pronuncia giunge generalmente dopo 48-72 ore.
L’Ambasciata d’Italia a Tel Aviv segue il caso con la massima attenzione e ha già preparato un programma di assistenza consolare, conclude la nota della Farnesina.
Le imbarcazioni facevano parte della Global Sumud Flotilla, iniziativa di solidarietà internazionale che mirava a portare aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e a rompere simbolicamente il blocco navale israeliano.
Il blocco delle navi in acque internazionali solleva questioni relative al diritto marittimo internazionale e alla libertà di navigazione, mentre le autorità israeliane giustificano l’intervento con motivazioni di sicurezza nazionale.