Aggiornato al 03/05/2024 - 09:50
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Superbonus 110%

Noto, scoperta truffa da superbonus 110%, sequestrato un megaresort da 13 milioni

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Una complessa operazione di frode legata al Superbonus 110% è stata scoperta a Noto portando al sequestro di beni per un valore di circa 13 milioni di euro

Le indagini, condotte sotto la direzione della Procura della Repubblica locale, hanno portato alla luce una serie di manovre fraudolente su proprietà immobiliari e crediti fiscali.

La vicenda si origina dal 2020 e 2021, quando una coppia di coniugi acquista un edificio abbandonato e il terreno agricolo circostante, nelle province di Siracusa e Ragusa. Dopo l’acquisto, i due immobili sono stati rapidamente trasformati in condomini, con la donna che figura come rappresentante legale.

Le autorizzazioni ottenute hanno permesso di avviare lavori di ristrutturazione, con l’intento di convertire gli edifici in strutture residenziali e per l’ospitalità. I costi di ristrutturazione hanno generato richieste per il Superbonus, con un credito riconosciuto pari al 110% delle spese sostenute.

Le indagini della Guardia di Finanza hanno rivelato che, prima dell’acquisto formale degli immobili, i coniugi, con il supporto di alcuni professionisti, avevano già frazionato i due edifici creando 118 nuove unità da 4 originarie. Questo frazionamento aveva lo scopo evidente di massimizzare i benefici fiscali ottenibili, ben oltre quanto sarebbe stato possibile senza tale manovra.

Tale frazionamento si è rivelato formale, senza una vera divisione strutturale degli impianti tra le varie unità. Inoltre, è emerso che uno degli edifici era destinato a diventare un Resort Wellness & Spa di lusso, pubblicizzato su vari portali immobiliari e piattaforme social.

Questo schema ha permesso la realizzazione di due grandi progetti immobiliari, finanziati integralmente con fondi statali, risultando in un grave danno economico per lo Stato. Di conseguenza, sono stati sequestrati beni immobiliari del valore di oltre 8 milioni di euro, crediti fiscali già erogati per 1,3 milioni di euro e altri 3,5 milioni di euro in attesa di riconoscimento, pronti per essere usati per compensare le tasse dovute. Gli indagati sono ora iscritti nel registro per truffa ai danni delle erogazioni pubbliche.

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