Aggiornato al 09/10/2024 - 09:43
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Candidato "in pectore"

Elezioni Provinciali, parla Michelangelo Giansiracusa: “Lusingato da un’eventuale proposta”

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Il sindaco di Ferla e capo di Gabinetto del comune di Siracusa Michelangelo Giansiracusa è da più parti considerato come uno dei “papabili” presidenti della “nuova provincia” o, meglio, Libero Consorzio, a seguito delle elezioni di secondo livello indette dal Presidente Schifani in Sicilia

Abbiamo rivolto a Giansiracusa tre domande molto precise a cui il sindaco non si è sottratto e che di seguito vi proponiamo.

D: A quanto pare la Regione ha deciso, le elezioni di secondo livello per le ex province si dovrebbero tenere il prossimo 15 dicembre. Voci di corridoio e del “sottobosco” della politica dicono che il principale candidato per la provincia di Siracusa potrebbe essere il sindaco di Ferla. Lei si ritiene più lusingato da questa sorta di elezione per acclamazione o, viste le condizioni dell’ente, teme che l’eventuale elezione potrebbe trasformarsi, in senso figurato, in un “bagno di sangue” alla ricerca spasmodica di risorse per risolvere problemi ormai profondamente radicati in questi anni?

R: Non mi appassionano le voci di corridoio e il sottobosco.
Credo che com’è avvenuto nel passato il confronto debba avvenire all’interno della comunità istituzionale dei sindaci e dei consigli comunali.
Se in quel contesto dovesse emergere una proposta nei miei confronti ne sarei lusingato ma, allo stesso tempo, credo che il rischio che questa nuova fase si trasformi, inevitabilmente, in un “bagno di sangue” sia reale.
Le condizioni pregresse e lo stallo di questi anni non aiutano ad avere aspettative rosee e a mio avviso, a prescindere da chi ricoprirà il ruolo, serve un’azione corale dei rappresentanti degli enti locali che sono chiamati a colmare il vuoto istituzionale di questi anni.

D: Le elezioni di secondo livello, sebbene siano sostanzialmente un modo per evitare ulteriori esborsi pubblici per il mantenimento di cariche, solitamente sono malviste dai cittadini, perché danno l’impressione di una classe politica che “bypassa” il voto popolare per affidare incarichi a sé stessa. Se a decidere fosse stato lei, avrebbe optato comunque per le elezioni di secondo livello o avrebbe preferito l’espressione di un voto popolare, pur con i relativi costi?

R: In questo caso non parlerei di un incarico ma di un servizio all’intera collettività provinciale per un bene superiore. Ritengo che dare voce ai cittadini è l’esercizio di democrazia supremo, quindi l’elezione diretta sarebbe stata la soluzione preferibile e auspicabile.
Alcuni partiti hanno cavalcato il populismo del costo della politica per poi riprodurre gli stessi meccanismi. Aggiungo, piuttosto, che mi piacerebbe avere una comunità di cittadini che giudica i propri rappresentanti sulla scorta delle azioni concrete poste in essere.
E in questo caso la sfida sarebbe davvero complicata ma entusiasmante allo stesso tempo.

D: In questi anni abbiamo visto più volte fissare la data per il voto delle ex province per poi vederle invece riaffidate a vari commissari, come se all’ultimo, magari per mancanza di accordi politici o per altri motivi, la politica preferisse mantenere lo status quo piuttosto che ritornare ad una gestione ordinaria dell’ente. Crede che stavolta sarà quella buona? Pensa che la sua candidatura possa essere condivisa o possa creare tensioni e divisioni?

R: Credo, che in attesa di elezioni dirette sia comunque giusto dare una guida politica al libero consorzio, nonostante le difficoltà in cui si trova l’ente.
Una guida politica che possa essere interprete di un’agenda di emergenze da affrontare e di una pianificazione di progetti per rilanciare l’area vasta della provincia di Siracusa.
Ribadisco che, vista la situazione emergenziale, l’auspicio è che a guidare l’ente sia un Sindaco dalla comprovata esperienza amministrativa e che possa garantire una ampia convergenza di territori coinvolti, nessuno escluso.

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