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Aggiornato al 12/11/2024 - 19:48
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Le reazioni

Priolo Gargallo, grande partecipazione per lo sciopero di CGIL e UIL

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Un lungo corteo ha attraversato la zona industriale fino a Priolo Gargallo

Un lungo corteo è partito questa mattina dalla portineria Ovest della zona industriale, attraversando la SP114 fino al Comune di Priolo. La Cgil e la Uil hanno organizzato una manifestazione nel Polo Petrolchimico siracusano per chiedere ai Governi regionale e nazionale un piano di investimenti che rilanci e riqualifichi l’intera zona industriale.

Dal palco di via Nicola Fabrizi, di fronte al Comune di Priolo, i segretari sindacali Alfio Mannino (Cgil) e Luisella Lionti (Uil Sicilia Area Vasta), insieme ai segretari provinciali Roberto Alosi (Cgil) e Ninetta Siragusa (Uil), hanno chiesto un piano industriale integrato che coinvolga tutte le parti interessate. “Temiamo che progetti non concertati, come la chiusura di Eni Versalis e una riconversione prevista per il 2028-29, possano trasformarsi in un boomerang,” hanno avvertito.

La manifestazione ha visto una forte adesione allo sciopero, segno della determinazione dei lavoratori. “Questa è solo la prima di una lunga serie di proteste,” hanno dichiarato i segretari sindacali, chiedendo l’istituzione di un tavolo di confronto per discutere la transizione energetica necessaria per il territorio.

“I lavoratori chiedono un futuro eco-sostenibile per il territorio, che coinvolga l’intero polo industriale e non solo alcune aziende,” hanno aggiunto i rappresentanti sindacali. “Questa non è una protesta contro qualcuno, ma una richiesta di sviluppo sostenibile e di progetti che guardino all’ambiente e al futuro del territorio.”

L’incontro ha mobilitato settori industriali e diverse categorie sindacali della Cgil e della Uil. Alle 18 è previsto un incontro tra una delegazione sindacale e il prefetto per discutere ulteriori azioni e soluzioni.

La richiesta è chiara: la transizione ecologica non può avvenire senza salvaguardare il futuro dei lavoratori.

Il primo cittadino di Priolo Gargallo, Pippo Gianni, chiamato a salire sul palco, è stato accolto dagli applausi dei lavoratori presenti.

“Vogliamo sapere – ha detto Pippo Gianni – che fine faranno la nostra provincia e la nostra zona industriale. Solo il Governo nazionale e regionale potrà darci una risposta. La manifestazione di oggi è pienamente riuscita, vista la numerosa presenza dei lavoratori, e mi trova d’accordo in quanto non è “contro” qualcuno ma è “per” qualcosa, per chiedere al Governo nazionale e regionale cosa intende fare con la nostra zona industriale. Non possiamo subire oltre il danno la beffa visto che in 50 anni hanno distrutto tutto, il territorio, l’aria, ľacqua; abbiamo avuto solo dolore, morte, inquinamento e ora vogliono andare via e uscire dal gioco cosi, questo non lo accettiamo. Solo rimanendo uniti, senza colori politici, potremo vincere questa battaglia. La nostra è pur sempre la zona a più alta densità di insediamento industriale d’Europa e non possono trattarci come mendicanti”.

Sinistra Italiana: “Riconversione e Risanamento o sarà disastro ambientale, economico e occupazionale”

La chiusura di Eni Versalis, gli impianti fermi nei siti di alcuni grandi utenti, l’assenza di investimenti per la riconversione e il risanamento ambientale, i contratti di lavoro non rinnovati e la situazione del depuratore IAS – resa ancor più critica dalla recente sentenza del Tribunale del Riesame di Roma – rappresentano tutti elementi di una crisi industriale che si fa ogni giorno più grave.

Lo sciopero di oggi è solo il primo passo di una protesta che, partita dalla base, chiede al governo azioni concrete dopo anni di promesse e dichiarazioni disattese. Tavoli tecnici locali e passerelle politiche si sono rivelati insufficienti, e le rassicurazioni valgono ben poco senza interventi concreti.

Tentare di scaricare la responsabilità della crisi sulla Magistratura, come emerge dalle recenti dichiarazioni del Ministro Urso e del presidente della Regione Schifani, è una posizione che i sindacati respingono fermamente, definendola un grave errore istituzionale. La verità è che il modello di sviluppo economico sostenibile, promosso dal governo Meloni, sembra escludere il Meridione, la Sicilia e la zona industriale di Siracusa.

Per uscire da questa crisi, i sindacati ribadiscono la necessità di una riconversione ecosostenibile del polo industriale e del risanamento ambientale di un territorio che ha già pagato un prezzo altissimo in termini di salute, ambiente e occupazione. I governi nazionale e regionale devono sostenere un progetto di rilancio del tessuto industriale, utilizzando il Pnrr e altri strumenti finanziari per avviare la transizione energetica e lo sviluppo sostenibile.

Ignorare questa necessità significa, di fatto, abbandonare Siracusa e i suoi 10 mila occupati a un futuro incerto e critico.

Versalis. Barbagallo: “centinaia di posti a rischio a Priolo e Ragusa, governo intervenga”

Il Governo di centrodestra intervenga su Eni per garantire la salvaguardia occupazionale e, al contempo, la tutela e lo sviluppo del territorio e dell’area industriale di Priolo Gargallo, dopo la decisione di Eni di chiudere l’impianto di Versalis. A rischio infatti, con la riconversione ci sono diverse centinaia di posti di lavoro tra Priolo e Ragusa, che diventano diverse migliaia considerando anche l’indotto, per i quali è necessario un intervento deciso e convinto da parte sia del governo che della stessa Eni per sostenere i livelli occupazionali”. Lo afferma il segretario regionale del Pd Sicilia e deputato alla Camera, Anthony Barbagallo, in seguito allo sciopero proclamato da Cgil e Uil per il piano Eni che prevede la chiusura dell’impianto di Versalis che sarà riconvertito in una bioraffineria nel polo petrolchimico di Priolo. Sull’argomento Barbagallo ha presentato una interrogazione rivolta alla presidente del Consiglio e ai ministri del Lavoro e politiche sociali, dell’Economia e delle Imprese e del made in Italy. 

Il Pd è al fianco dei lavoratori perché questo – prosegue – è un duro colpo, l’ennesimo, per l’economia locale, che causa pesanti ripercussioni sul nostro territorio. Siamo di fronte all’incapacità e all’inadeguatezza del governo che, non solo non coglie le sfide del tempo che viviamo su decarbonizzazione e riconversione green, ma addirittura le utilizza come clava per – conclude – tagliare centinaia di posti di lavoro ed insediamenti produttivi storici. Auspichiamo quindi un ripensamento a tutela dei livelli occupazionali”

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