Aggiornato al 28/06/2025 - 09:19
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Orrore

Allarme deepfake e chatbot: il dossier Meter svela l’uso dell’IA contro i minori

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Il primo dossier nazionale dell’associazione di Don Di Noto denuncia 2.967 minori coinvolti in abusi digitali. Il 92% dei ragazzi ha interagito con un chatbot

L’intelligenza artificiale è diventata una nuova frontiera dell’abuso online sui minori. È quanto emerge dal primo dossier nazionale redatto da Meter ETS, l’associazione fondata e presieduta da don Fortunato Di Noto, presentato il 23 giugno a Roma nella sede della CEI.

Il dossier documenta un dato allarmante: 2.967 minori sono stati spogliati digitalmente tramite IA nei primi sei mesi del 2025. Tecnologie come deepfake e deepnude vengono usate per creare immagini artificiali di abusi a partire da fotografie reali, spesso scattate in contesti innocui come giochi, sport o feste. L’obiettivo: produrre e diffondere materiale pedopornografico apparentemente “virtuale”, ma che alimenta la normalizzazione dell’abuso.

Tra i rischi segnalati figurano: difficoltà nell’identificazione delle vittime, falsificazione di prove, crescente domanda di materiale pedopornografico e vuoti normativi. Le attuali leggi, denuncia Meter, non sono sempre adeguate a fronteggiare un fenomeno che evolve con rapidità.

Grave anche il dato emerso da un questionario rivolto a 989 studenti di scuole secondarie di secondo grado: il 92,2% ha usato un chatbot, l’81% è consapevole che i deepfake possano danneggiare la reputazione, e il 52,3% non riesce a distinguere tra video reali e manipolati. Il 65,7% conosce il fenomeno deepnude e il 59,4% teme la loro diffusione.

Le piattaforme più usate per lo scambio di materiale sono Signal (80%), Telegram, Viber, WhatsApp, Instagram e altri servizi cloud o darknet. In particolare, 507 gruppi su Signal sono stati segnalati da Meter solo da inizio anno. La crittografia end-to-end e l’anonimato offerti da queste app ostacolano il lavoro delle forze dell’ordine.

Meter ETS, che collabora ufficialmente dal 2008 con la Polizia Postale italiana e dal 2017 con quella polacca, chiede un rafforzamento della cooperazione internazionale e l’introduzione di norme più severe e aggiornate per la tutela dei minori. L’associazione sollecita inoltre le software house a integrare nei propri strumenti di intelligenza artificiale sistemi in grado di prevenire la generazione di contenuti illeciti, consentendone la rimozione e la segnalazione degli abusi.

«Siamo all’anno zero. È tempo di reagire», dichiara don Fortunato Di Noto, rivolgendosi a società civile, istituzioni e Chiesa, in un momento in cui anche il Papa Leone XIV ha annunciato un documento sull’IA. Il dossier, pubblicato in collaborazione con il Servizio Nazionale Tutela Minori della CEI, punta a fare luce su un fenomeno tanto invisibile quanto pericoloso.

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