Il 14 e 15 giugno Ortigia accoglie Perfomedia 2025, rassegna dedicata a Emilio Morandi con tredici artisti internazionali e performance nel centro storico
Il 14 e 15 giugno 2025 Ortigia, cuore storico della città di Siracusa, si trasformerà in un laboratorio vivente di arte performativa con Perfomedia 2025, nuova edizione del festival internazionale delle arti performative, dedicata alla memoria di Emilio Morandi, pioniere della performance art italiana, recentemente scomparso.
Dopo le edizioni 2024 ospitate allo Spazio Tethis di Venezia e alla Fundacja Sztuk Krytycznych di Varsavia, il festival approda per la prima volta in Sicilia. L’iniziativa, a cura di Marilena Vita, è realizzata dalla Galleria Montevergine Arte Contemporanea in collaborazione con l’Associazione culturale Fabbrika Off e Artestudio Morandi, con il patrocinio del Comune di Siracusa e della Regione Sicilia. Tutti gli eventi saranno a ingresso gratuito.
Tredici artisti internazionali provenienti da Francia, Spagna, Polonia, Serbia e Italia animeranno con le loro azioni gli spazi della Galleria Montevergine (via Serafino Privitera, 6/8) e il Belvedere alla Turba – Bastione Cannamela. Le performance saranno incentrate sul tema “La Persistenza del Gesto”, concetto ereditato dalla riflessione teorica di Morandi. Tra suoni, corpi e interferenze digitali, gli artisti trasformeranno l’architettura storica di Ortigia in un palcoscenico dove arte e società dialogano in modo diretto.
I protagonisti del festival si sono distinti nel panorama dell’arte performativa grazie a linguaggi originali, pur nella diversità delle tecniche, che pongono il corpo umano al centro della comunicazione artistica. Le loro opere riflettono e interrogano tematiche sociali contemporanee, valorizzando non solo la ricerca estetica, ma anche il contesto urbano e paesaggistico in cui si svolgono.
La manifestazione intende promuovere le arti performative come processo sociale, esplorando la relazione tra artista, pubblico, ambiente urbano e memoria collettiva. L’obiettivo è creare uno spazio condiviso di scambio internazionale, fondato su pluralità linguistiche, sociali, identitarie, culturali e politiche. L’arte diventa così luogo di incontro e difesa della libertà di espressione, una prospettiva nuova e necessaria in un’epoca segnata dalla frammentazione.