Aggiornato al 11/11/2020 - 07:57

La Carrozza del Senato, il recupero di un sentimento identitario

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Quando da bambino venivo accompagnato dai miei genitori a vedere il corteo processionale per la festa di Santa Lucia, non avendo all’epoca alcuna coscienza del valore fortemente simbolico ed identitario del Simulacro argenteo della Nostra Patrona, aspettavo, con grande trepidazione ed emozione, il passaggio della Carrozza del Senato trainata da quattro cavalli, con tanti cavalieri intorno ed un numero di figuranti che animava e rendeva colorato e pieno di sogni il mio animo.

La Carrozza del Senato rievocava un mondo di fiabe, di racconti, di principi e principesse e colpiva teneramente la mia immaginazione proiettandomi in un tempo passato pieno di fantasia e di sogni.
La Carrozza del Senato venne realizzata nel 1764 a Palermo su commissione del Senato siracusano e venne commissionata per aumentare il decoro e la dignità dell’istituzione cittadina. E’ una berlina di tipo imperiale a quattro ruote, coperta e con finestrini chiusi da vetri con dieci luci, tre in ciascun fianco e due sul davanti e nel retro.

Dario Scarfì, nel libro “ La Carrozza del Senato ” pubblicato da Morrone Editore nel 2001 descrive in maniera puntuale le decorazioni pittoriche rilevando che presentano due cicli divisi in quattro pannelli e ricomprendono le allegorie delle Quattro Virtù (Fortezza Giustizia, Prudenza e Temperanza) e quelle dei quattro continenti dell’Orbe (Europa, Asia Africa e America).

L’Europa è rappresentata sul fronte come una donna adagiata su delle nuvole che indica con la mano destra mentre, con la sinistra, tiene uno scettro.

L’Europa, come è stato puntualmente richiamato, viene ad essere identificata come la regina del mondo e il centro della cristianità come può rilevarsi dalla croce, dal modellino della chiesa e dal triregno.

E’ da evidenziare che nelle decorazioni non vi è alcun riferimento sia alla storia ed ai miti di Siracusa che a Santa Lucia.

Foto di Maurizio Zivillica

Serafino Privitera, nella “ Storia di Siracusa ”, rimprovera i Giurati dell’epoca che invece di impiegare il denaro pubblico verso opere necessarie e di comune utilità “ s’invanivano di spagnolismo ” facendo “ costruire la carrozza magnifica del senato, che suole raramente ed in certe solennità mettersi in vista ancora, e mirasi da noi come oggetto da museo ”.

Serafino Privitera annota, inoltre, che nel 1848 il barone Pancali, il barone Giuseppe Bonanno, il cav. Orazio Russo, Salvatore Chindemi, Giuseppe Cassola ed Antonino Cozzo, rappresentanti della opposizione anti-borbonica, essendo stati scelti come senatori dalla rappresentanza municipale, nella festa di Santa Lucia, massima solennità religiosa, utilizzarono anche loro, vestiti in toga “ con codazzo di mazzieri, sergenti e servitori in vestito verde all’antica ”, la carrozza del senato, “ reliquia dell’aristocrazia senatoria del settecento ”.

Nella cronaca delle celebrazioni del XVI centenario del martirio di Santa Lucia nell’anno 1904, riportata nel libro di Mons. Sebastiano Amenta “ S. Lucia. La tradizione popolare a Siracusa” viene narrato che la Carrozza del Senato Siracusano “ pesante macchina che avanza maestosa, barellando, gravida di gloria, attorniata da valletti gallonati ” chiude il corteo processionale e che “ bellissimo come sempre ed ammirato il cocchio ed ammirato pure il costume dei valletti, battistrada, paggi e mazzieri. Fanno bella mostra, perché riuscitissimo, il gruppo di quattro valletti pifferai in abito verde con cappello piumato e mantelletta verde e soprattutto per le caratteristiche facce di tipo goldoniano ”.

Il Can. Ottavio Garana, per lungo tempo tesoriere della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, nel suo libro “ S. Lucia nella tradizione, nella storia, nell’arte ” evidenzia che “ i siracusani non amano le manifestazioni chiassose a base di petardi; una tradizione, cara alla cittadinanza, è quella del Corteo Settecentesco della Carrozza del Senato che segue la processione di S. Lucia tra l’ammirazione specialmente dei turisti ”.

Foto di Maurizio Zivillica

Carmelo Tuccitto, studioso delle tradizioni siracusane, ricorda l’epiteto dialettale che il popolo siracusano ha attributo alla carrozza del Senato chiamandola “ a carrozza sunata ” intesa come corruzione lessicale di Senatu.

La presenza della Carrozza del Senato nel corteo processionale della Santa Patrone deriva dalla circostanza che la Deputazione della Cappella di Santa Lucia, che dal 1541 si occupa dei festeggiamenti della Patrona, era nata come istituzione di “ nobili ” siracusani eletti dal Senato e, successivamente, dal comune per cui la presenza dei Giurati, dei rappresentati del Senato e della Municipalità era dettata non solo dal pubblico omaggio alla Santa ma anche dal volere legittimare un ruolo ben determinato anche in contrasto, come ricordano le cronache dell’ottocento, con la Chiesa Siracusana.

E’ certo, comunque, che nel corso dei secoli la presenza della Carrozza del Senato è stato un elemento che ha caratterizzato positivamente la processione di Santa Lucia sino a diventare un simbolo identitario.

L’ultima volta che la Carrozza del Senato ha partecipato al corteo processionale delle feste di dicembre dedicate alla Nostra patrona è stato il 2011.

La Carrozza, da allora è stata riposta nella teca in vetro del Palazzo del Senato, sede della Municipalità, e si trovava in uno stato critico di conservazione dovuto alla presenza di una forte infestazione di agenti xilofagi e con il rischio che lo strato pittorico delle superficie policrome e dorate potesse staccarsi.

Il Rotary Club di Siracusa, presieduto dall’ing. Francesco Tabacco, in occasione del 70.mo anniversario della fondazione avvenuta nel 1949, ha sponsorizzato il restauro della Carrozza del Senato ed il 28 settembre, alla presenza del Governatore del Distretto 2110 del Rotary ing. Alfio Di Costa e sotto la guida del marchese Tommaso Gargallo, nipote di Mario Tommaso Gargallo cofondatore e primo presidente del Rotary di Siracusa, trainata da quattro cavalli sanfratellani, ha potuto compiere il primo giro in Piazza Duomo.

Il restauro, curato dall’Istituto Europeo del Restauro guidato dal prof. Teodoro Auricchio, con la direzione tecnica della Soprintendenza di Siracusa, ha mirato a ripristinare l’originale istanza estetica dell’opera ed a restituire il giusto grado di funzionalità per poterne fare ancora uso.

Una operazione che ha visto un club service, come il Rotary di Siracusa, diventare promotore ed esecutore della salvaguardia di un bene pubblico appartenente alla comunità siracusana nel tradizionale spirito di servizio al nostro territorio.

E’ necessario, adesso, garantire le condizioni ottimali della teca dove è conservata al Palazzo del Senato, provvedere ad una manutenzione ordinaria periodica della carrozza e sistemare in maniera adeguata le strade cittadine dove passa il corteo processionale.

La Carrozza del Senato, dalla prossima festa di Santa Lucia, potrà di nuovo essere oggetto, per tutti i ragazzi siracusani, di fantasia ed immaginazione e motivo di ritrovata appartenenza e memoria per le persone più anziane.

E’ un bene ritrovato, un bene recuperato, un bene che appartiene alla memoria ed all’identità della nostra città.

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