Aggiornato al 01/05/2021 - 10:59

La festa del Patrocinio di Santa Lucia

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Il 1646 è stato, per la Sicilia, un anno di grande carestia.
Il grano, in assenza di piogge, non riuscì a maturare e la raccolta fu molto povera ed inoltre una moria di bestiame, ridusse la popolazione allo stremo.
La mancanza di grano ebbe a determinare gravi disordini e rivolte a Messina, Palermo, Monreale, Catania ed Agrigento

[/vc_column_text][vc_column_text]A Siracusa, il Vescovo dell’epoca Francesco Elia de Rossi, originario di Napoli, dopo avere distribuito la somma di seimila scudi alle persone indigenti e bisognose, ebbe ad esortare il popolo siracusano ad avere fiducia nell’aiuto di Santa Lucia e a promuovere pubbliche preghiere e suppliche per otto giorni esponendo in Cattedrale il simulacro della Nostra Patrona.

Serafino Privitera, nella monumentale e fondamentale “ Storia di Siracusa ” ricorda che “ la plebe riempendo di lamentevoli clamori le strade incominciava a rumoreggiare contro i nobili ed i Giurati. Il Vescovo però seppe attutir quel moto, col cangiar la disperazione popolare in ferma fiducia negli aiuti del cielo ”.

E’ estremamente significato evidenziare come a Siracusa, a differenza di altri luoghi, la presenza di Santa Lucia attraverso l’esposizione del Simulacro, è riuscita a trasformare la disperazione e la rabbia popolare in fiducia “ negli aiuti del cielo ”.

Il 13 maggio del 1646, come riporta la cronaca di Antonio De Michele, canonico della Cattedrale e testimone oculare dei fatti nel manoscritto “ De Antiquo ed novo statu Ecclesiae syracusanae ” conservato nella Biblioteca Alagoniana di Siracusa, “ il popolo ansioso, mentre assisteva in gran folla alla Messa solenne, vide entrare in chiesa un colomba, la quale dopo di aver un pezzo aleggiato per vano della volta si posò sul soglio episcopale. Ciò fu appreso come segno di fausto augurio. Passati alcuni istanti si udì la nuova dell’arrivo dei legni alla marina ”.

Serafino Privitera narra che erano entrati in porto delle navi cariche di grano e legumi e che “ la folla si agitò, si commosse, ed accertata del vero gridò al miracolo, e giubilante, ringraziò la Martire protettrice per sì inaspettato favore. La moribonda città ritornò alla vita; successe la calma ”.

E’ la folla dei siracusani che si commuove, che riconosce immediatamente il miracolo, che ringrazia con felicità e gioia Santa Lucia.

Ed è grazie all’intervento di Santa Lucia che la città di Siracusa si calma e ritorna alla vita.

Il momento vissuto da tutta la città deve essere stato certamente dirompente e di grande coinvolgimento emotivo ed infatti, come ricorda sempre Serafino Privitera, “ fu fatto voto dal Senato e dal popolo, che ogni anno, in perpetuo, alla prima domenica di maggio trasportandosi il simulacro di S. Lucia nella chiesa del monastero al suo culto dedicata, ed ivi festeggiando per otto giorni si facesse solenne ricordanza di tale avvenimento ”.

Sono passati 375 anni dal 13 maggio 1646 ed il ricordo di detto avvenimento, fortemente impresso nella memoria di ogni siracusano, rinnova, ogni anno ed in perpetuo, la consapevolezza che Santa Lucia nei momenti di difficoltà e sconforto è sempre accorsa in aiuto della sua terra e della sua gente.

Il legame indissolubile di Lucia con la sua città e con i suoi abitanti costituisce il significato autentico e profondo della festa del Patrocinio.

La festa, rimasta inalterata per secoli, di particolare bellezza e suggestione con il lancio delle colombe che dal giardino del palazzo arcivescovile vanno incontro al Simulacro per lasciare in stormo Piazza Duomo, è anche conosciuta come Santa Lucia delle quaglie in

ricordo, secondo alcuni, dell’arrivo di un gruppo di quaglie che precedettero le navi ma, in realtà, perché sino a diversi decenni fa, le monache del vicino Monastero di Montevergine lanciavano in volo dalla balconata della chiesa di Santa Lucia alla Badia, oltre i petali di rosa, anche le quaglie.

Il lancio delle colombe in Piazza Duomo, che ricorda la colomba che, entrando in volo in Cattedrale, preannuncia il miracolo, viene curato da oltre quaranta anni dalla società colombofila siracusana “ Dionisio ” e costituisce il cuore originale ed unico della festa collegando il presente con il passato.

Il Simulacro di Santa Lucia rimane per otto giorni nella chiesa di Santa Lucia alla Badia – originariamente monastero – ricostruita dopo il terremoto del 1693 sotto la direzione dell’architetto Luciano Caracciolo che, come tutti i luoghi luciani nella nostra città, è di proprietà del Fondo Edifici di Culto del Ministero degli Interni.

Nella volta della chiesa, il racconto del miracolo del 1646 è descritto in un affresco del 1783 del pittore senese Marcello Vieri che ebbe a rappresentare Santa Lucia assisa su una nuvola, con lo sguardo rivolto in alto in direzione di Dio, e con in basso un veliero che si avvicina alla costa dove uomini e donne piangono per la carestia.

Nel cartiglio in forma di scudo, posto sull’arco trionfale della contro facciata della chiesa di Santa Lucia alla Badia, è scritto, a ricordo del miracolo del 1646 “ Dira fames siculae dum torqvet viscera gentis Lucia tunc patrio pellit amica solo ”.

La domenica successiva, con una processione serale di grande suggestione e bellezza che si svolge per le strade di Ortigia, il Simulacro di Santa Lucia ritorna in Cattedrale passando per la Turba, alla fine di via Roma, dove venne collocata nel 1757 una edicola votiva con una immagine di autore ignoto che raffigura al centro Santa Lucia che tiene, nella mano destra, una coppa contenente gli occhi con un veliero, nella parte inferiore, che entra nel porto di Siracusa superando la punta dove si trova il castello Maniace e con Dio, nella parte superiore, raffigurato con le sembianze di un anziano.

Le immagini della festa del Patrocinio, con il lancio delle colombe la prima domenica di maggio, mostrano l’uscita di Santa Lucia in Piazza Duomo sempre colma di persone.

La festa del Patrocinio del 2020, alla fine del periodo di isolamento in conseguenza della pandemia Covid 19, ha visto l’uscita di Santa Lucia dalla Cattedrale in una piazza vuota e silenziosa.

Una immagine nuova e diversa.

La festa del 2021 sarà una festa che, secondo le indicazioni dell’Arcivescovo Francesco Lomanto, sarà incentrata sulla preghiera.

“ Santa Lucia prega per noi ” è il tema della festa.

Santa Lucia prega per noi così come nel 1646 quando una città moribonda, disperata e senza alcuna speranza è ritornata alla vita.

Il 1646 come il 2021.

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