Le recenti scosse in Sicilia Orientale non sono legate all’attività vulcanica, ma alla continua interazione tra le placche tettoniche
Articolo a cura di Manfredi Chiaramonte
Le scosse di terremoto avvenute nei giorni 16 e 20 Aprile, rispettivamente di magnitudo 4.7 e 3.3 della Scala Richter, che hanno coinvolto la Sicilia Orientale, sono dei fenomeni sismici di origine tettonica e non sono collegati all’attività vulcanica della zona. È importante ricordare che i terremoti sono eventi naturali imprevedibili che avvengono in un territorio particolarmente attivo e che il loro verificarsi può dipendere da una serie di fattori geologici.
In alcune circostanze, i terremoti possono essere indotti, ad esempio a causa del movimento del magma, come successo nel terremoto di Fleri del 26 dicembre 2018, ma in questi due specifici casi non ci sono prove che suggeriscano un legame simile.
Lo scivolamento della placca tettonica africana sotto la Calabria è un fenomeno geologico studiato da diversi decenni il che è la possibile causa delle ultime scosse che hanno preoccupato gli abitanti della Sicilia Orientale. Questo processo è parte della tettonica delle placche, dove la placca africana si muove verso nord, interagendo con la placca euroasiatica.
Questa interazione provoca numerosi eventi sismici e fenomeni geologici, come la formazione di catene montuose e la creazione di faglie. In Sicilia e Calabria, ciò si manifesta attraverso terremoti, il sollevamento di terre e la deformazione del suolo. Le due regioni sono quindi altamente sismica a causa di questi movimenti continui.
Per far comprendere meglio il meccanismo di un terremoto, si può immaginare una faglia come un elastico. Quando questo elastico viene teso, accumula energia e, infine, si rompe, liberando tale energia sotto forma di onde sismiche.