Aggiornato al 10/07/2025 - 12:47
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Incendio Ecomac, i primi dati ARPA online: picco critico di inquinanti il 7 luglio a causa dei venti stagnanti

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Un’analisi approfondita di ARPA Sicilia, a seguito dell’incendio che ha colpito l’impianto Ecomac di Augusta, rivela come una combinazione di sfortunate condizioni meteorologiche abbia causato un accumulo critico di inquinanti in atmosfera nella giornata del 7 luglio, due giorni dopo l’inizio del rogo

Sebbene la situazione sia ora in miglioramento, il monitoraggio prosegue e l’impatto completo è ancora in fase di valutazione.

L’incendio, divampato tra il 5 e il 7 luglio 2025, ha rilasciato una quantità significativa di fumi nell’atmosfera. La rete di centraline per la qualità dell’aria di ARPA Sicilia ha monitorato la ricaduta, concentrandosi su inquinanti chiave come benzene, particolato (PM10 e PM2.5) e idrogeno solforato ().

Il ruolo decisivo del meteo

Secondo il rapporto, le condizioni meteorologiche hanno giocato un ruolo cruciale nella dispersione degli inquinanti.

  • 5-6 luglio: Nei primi due giorni, venti moderati da nord-ovest hanno favorito una dispersione del pennacchio su un’area ampia verso sud-est. Questa ventilazione ha evitato un impatto concentrato vicino alla fonte.
  • 7 luglio (La giornata critica): La situazione è cambiata radicalmente il 7 luglio. Un’assenza quasi totale di vento ha creato un effetto “ristagno”, intrappolando gli inquinanti negli strati più bassi dell’atmosfera. Queste condizioni, specialmente nelle prime ore del mattino, hanno causato un accumulo localizzato di sostanze nocive.
  • 8 luglio: Sebbene la ventilazione sia ripresa, contribuendo a ripulire l’aria, al mattino si registravano ancora livelli elevati di alcuni inquinanti.

Picchi di inquinanti e aree colpite

Il meteo sfavorevole del 7 luglio ha portato a picchi significativi di diversi inquinanti, interessando principalmente le aree più vicine all’impianto Ecomac.

  • Benzene e PM10: La centralina di Augusta-Megara, situata a soli 700 metri dall’impianto, ha registrato i dati più allarmanti. Il 7 e l’8 luglio, le concentrazioni di benzene hanno superato la soglia di riferimento per 15 volte, con alcuni picchi superiori a tre volte il valore guida. Anche i livelli giornalieri di PM10 hanno superato il limite di legge in questi due giorni, con un valore di registrato l’8 luglio, più del doppio del limite di . Questi picchi sono stati attribuiti direttamente all’incendio e alle scarse condizioni di dispersione.
  • Idrogeno Solforato (): Anche il caratteristico odore di “uova marce” dell’idrogeno solforato è stato rilevato. La centralina di Augusta-Marcellino ha registrato dieci superamenti della soglia olfattiva, mentre quella di Priolo ne ha rilevati tre tra il 7 e l’8 luglio.

 

Nessun allarme per e : È importante sottolineare che le concentrazioni di biossido di zolfo () e biossido di azoto () non hanno superato i limiti di legge durante il periodo di monitoraggio.

Le segnalazioni dei cittadini confermano i dati

I dati strumentali sono confermati dalle segnalazioni dei cittadini. Il sistema di monitoraggio olfattivo “NOSE” ha ricevuto un’impennata di lamentele tra il 5 e l’8 luglio. Il numero più alto di segnalazioni — 242 in totale — è stato registrato proprio nella mattinata del 7 luglio, in concomitanza con i picchi di inquinamento, da parte di cittadini che percepivano un forte odore di bruciato. La maggior parte di queste segnalazioni proveniva dai comuni di Augusta e Melilli, le comunità più esposte al ristagno del pennacchio.

I prossimi passi

L’analisi dimostra che la fase più critica dell’emergenza ambientale si è verificata il 7 luglio a causa di fattori meteorologici. Sebbene il ritorno della ventilazione dall’8 luglio abbia iniziato a migliorare la situazione, l’impatto non è stato cancellato immediatamente.

Una valutazione completa delle conseguenze ambientali è ancora in corso. L’ARPA ha prelevato campioni per la determinazione di diossine, furani e idrocarburi policiclici aromatici, i cui risultati sono attesi a breve. Queste ulteriori analisi forniranno un quadro più completo dell’impatto dell’incendio sull’ambiente locale.

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