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Aggiornato al 03/03/2025 - 13:09
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Le reazioni

Report, le reazioni all’inchiesta sul Petrolchimico, Alosi (CGIL): “Allarmi inquietanti, preoccupati come non mai”

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Sebbene le notizie riportate dall’inchiesta di Report andata in onda ieri sera non erano certamente tutte novità, almeno per gli addetti ai lavori, è la CGIL di Siracusa, con il segretario provinciale Roberto Alosi, a dirsi profondamente preoccupata dalla situazione che stiamo vivendo

L’inchiesta di Report “Il mare è come l’olio” ha contribuito ancora una volta a mettere al centro del dibattito politico la situazione ambientale del polo petrolchimico di Siracusa, in particolare di una delle sue strutture più controverse, quel depuratore IAS oggetto di attenzioni dalla Magistratura e dalla politica nazionale e locale.

“Da parte nostra, non possiamo che rilevare allarmi inquietanti sulla questione, a livello di violazione di principi costituzionali manifestamente espressi dagli articoli 9 e 41 della nostra Carta“. A dichiararlo è Roberto Alosi, segretario provinciale della CGIL Siracusa, raggiunto questa mattina al telefono.

“C’è un’inchiesta in corso, non dimentichiamolo, e noi abbiamo massima fiducia nel lavoro della Magistratura – ha ribadito in premessa Alosi – ma al contempo non possiamo nascondere la nostra massima preoccupazione, giunta a livelli alti come mai fino ad oggi.”

Ma cosa preoccupa così tanto la CGIL? Alosi è chiarissimo: “A noi sta a cuore la tutela occupazionale dei circa 10/12 mila lavoratori del settore, indotto incluso, facenti parte di un tessuto sociale ormai caratterizzato che, in caso di dismissione anche di solo un terzo dei lavoratori, potrebbe provocare una frattura insanabile per l’intera economia del territorio.”

Per Alosi a rischio è dunque la tenuta sociale, legata imprescindibilmente alle sorti dell’industria, settore economico che da decenni trascina il PIL locale, con uno squilibrio e una mancanza di diversificazione economica al momento non colmabile.

“Economicamente parlando, anche confrontandoci con i partner europei, la nostra è una comunità debole – spiega Alosi – proprio a causa di questo squilibrio nella diversificazione economica, troppo spostata verso il settore secondario e industriale, a scapito del primario e dei servizi.”

Cosa fare dunque? La soluzione più immediata per Alosi è intanto “uscire dall’immobilismo, a cominciare dall’imbarazzante silenzio del governo regionale, certificato anche nel corso della trasmissione – prosegue – ma anche il governo Nazionale dovrebbe smetterla di coniare spot e slogan sempre nuovi per lanciare finalmente iniziative concrete, volte all’effettiva soluzione della questione.”

Una soluzione che non può prescindere da una effettiva transazione energetica e soprattutto dalla salvaguardia dei posti di lavoro.

 

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