Aggiornato al 21/03/2023 - 13:38

Cultura, Sebastiano Aglianò “ritorna” nella sua Siracusa con il saggio “Italiani – Da Dante a Vittorini” di Alessandro Cutrona

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Da Dante a Vittorini”: a cura del giovane studioso Alessandro Cutrona, dottore di ricerca e docente a contratto presso l’università Kore di Enna, che ripropone alcuni saggi critici di Aglianò usciti sulle più importanti riviste letterarie a cavallo del secolo scorso e dedicati ai grandi autori della letteratura italiana (Dante, Giusti, Foscolo, Vittorini).

Si tratta di pagine acute ed eleganti, che testimoniano gli interessi dello studioso e saggista siracusano. Il libro verrà presentato nella sede di rappresentanza dell’Università Kore a Siracusa (Palazzo Pupillo, piazza Archimede-Ortigia) venerdì 31 marzo alle ore 17,45 alla presenza del Magnifico Rettore dell’Ateneo, Francesco Tomasello e di Marinella Muscarà, preside della Facoltà di studi Classici, linguistici e della formazione, i quali apriranno i lavori. A seguire, le testimonianze del figlio dello scrittore e saggista, Paolo Aglianò, che insegna Algebra presso l’ateneo senese, e della libraia Marilia Di Giovanni, nipote di Rosario Mascali, libraio e, soprattutto, colui il quale pubblicò la prima edizione di “Cos’è questa Sicilia”, il capolavoro di Sebastiano Aglianò.

Interverranno, poi, Alessandro Cutrona, curatore del volume e autore di una prefazione nella quale viene ricostruito il profilo di Aglianò, Salvatore Ferlita, coordinatore del corso di Lettere e docente di Letteratura italiana contemporanea e Paolo Fai, docente e saggista siracusano. Sarà presente anche Nicola Fano di “Succedeoggi Libri”.

Si tratta di un evento culturale importante per la città – spiega Marinella Muscarà – perché finalmente ad Aglianò viene riservato il giusto riconoscimento. A lui si deve Cos’è questa Sicilia?, uno dei libri sull’Isola più attuali e illuminanti, pubblicato per iniziativa della storica libreria Mascali di Siracusa nel 1945“.

Come si può leggere nella prefazione di Alessandro Cutrona, il libro di Aglianò, frutto di un’osservazione attenta, scrupolosa, messa in moto da curiosità e idiosincrasie, e soprattutto di un’attitudine antropologica da lasciare allibiti, non ebbe buona accoglienza in Sicilia. Un giornale pubblicò addirittura un minaccioso ordine di sfratto da parte di un lettore. In realtà, sui giornali romani il saggio iniziò a riscuotere apprezzamenti: ne scrissero, tra gli altri, Guido De Ruggiero e poi Eugenio Montale. Come ricostruisce Cutrona, Aglianò a un certo punto ricevette una lettera di Cesare Pavese, per conto dell’Einaudi, nella quale la casa editrice si dichiarava particolarmente interessata al volume. Molti lettori conobbero dopo “Cos’è questa Sicilia”, nella riedizione che ne fece Mondadori. Sarebbe stato poi Leonardo Sciascia a tirar fuori dalle nebbie il capolavoro dello scrittore siracusano (in qualche modo fondativo per il concetto di “sicilitudine” che grande fortuna avrebbe avuto in seguito), in un’edizione illustrata per i tipi di Corbo e Fiore nel 1982.

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