Aggiornato al 10/12/2020 - 10:05

Il terremoto di Santa Lucia, “Per non dimenticare”

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Sono passati 30 anni dalla notte del 13 dicembre del 1990 quando la terra tremò, causando morte e distruzione nella Sicilia sudorientale. L’area maggiormente colpita dal sisma fu quella di Siracusa, a Carlentini persero la vita 12 persone, sommerse dalle macerie, altre 6 furono strappate alla vita per la paura. L’ordine degli ingegneri di Siracusa ha organizzato, assieme all’Ordine regionale dei geologi Sicilia, un evento dal titolo “Il Terremoto di Santa Lucia, trent’anni dopo: memoria, fragilità e vulnerabilità del nostro territorio” che si terrà il 16 dicembre dalle 15,30 alle 18,30 sulla piattaforma Zoom.

Al seminario, moderato dal presidente dell’ordine degli ingegneri di Siracusa, Sebastiano Floridia, saranno presenti: Salvatore Cocina, dipartimento Protezione civile Regione siciliana; Tullio Martella, ingegnere capo Genio civile di Siracusa all’epoca dell’evento; Felice Monaco, consigliere nazionale Cni, responsabile emergenze e protezione civile del Cni; Ivo Caliò, dipartimento ingegneria strutturale Università di Catania; il geologo Gaetano Bordone; il geometra Alfio Cottone, presidente associazione “Tavolo tecnico permanente di Protezione civile”; il giornalista Silvio Breci e gli ingegneri Lucio Circo e Mario Roggio.

“Il 13 Dicembre di 30 anni fa, la terra – spiega il presidente dell’ordine degli ingegneri di Siracusa, Sebastiano Floridia – tremava in provincia di Siracusa, Ragusa e Catania. Magnitudo di 5,68, con una durata di circa 45 secondi. Una pagina durissima nella storia della nostra terra. La comunità degli ingegneri di Siracusa ha voluto ricordare questo evento, con i testimoni, professionisti del tempo, capire cosa si è fatto in questi 30 anni per migliorare la vulnerabilità sismica del nostro territorio, cosa si sta facendo adesso e cosa si sta pianificando. L’evento è aperto a tutti, limitatamente alla capienza di 500 posti”.

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