Il sindacato denuncia l’aumento del 33% delle vittime a gennaio 2025. “Profitto messo davanti all’uomo. Servono più ispettori e una riforma degli appalti”
“Un’ecatombe senza fine”, una “guerra civile silenziosa” di fronte alla quale la società italiana appare “assuefatta, disincantata, superficiale”. Usa parole durissime Antonio Galioto, segretario provinciale della UGL di Siracusa, per denunciare il fenomeno delle morti sul lavoro nel nostro Paese, commentando i dati drammatici di inizio 2025.
“Abbiamo smarrito il senso civico, si è miseramente impoverita, ha perduto la centralità dell’uomo come principio guida delle proprie azioni”, afferma Galioto in una nota, puntando il dito contro “disinteresse, menefreghismo e pressappochismo” diffusi.
I numeri citati dal sindacato, provenienti dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, sono allarmanti: nel solo mese di gennaio 2025 si contano già 60 vittime sul lavoro in Italia, con un incremento del 33,3% rispetto a gennaio 2024 (quando furono 45). Di queste, 46 sono avvenute in orario di lavoro e 14 nel tragitto casa-lavoro. Un dato che si somma al bilancio già tragico del 2024, chiuso con 1.090 decessi (+4,7% sul 2023). Preoccupa anche l’alta incidenza tra i lavoratori più anziani (50-60 anni) e il rischio più che doppio per gli stranieri.
Secondo Galioto, il mondo sindacale è sempre in prima fila nella denuncia dopo ogni tragedia, ma la politica e le istituzioni, pur parlando di inasprimento delle norme, prevenzione e sanzioni, si fermano “al cospetto dei numeri impietosi”. Il problema, per l’UGL, è più profondo della sola applicazione delle norme o dei DPI: è la mancanza di “rispetto della vita umana”, la centralità data al “profitto, all’utilità a danno del valore dell’uomo”. Galioto cita anche Papa Francesco: “Il fine sia la persona, non la produttività […] non possiamo abituarci agli incidenti sul lavoro, né rassegnarci all’indifferenza […]. Ogni morte sul lavoro è una sconfitta per l’intera società”.
Di fronte a questa che definisce una “sconfitta” della società italiana “incapace di reagire”, l’UGL Siracusa indica due nodi cruciali su cui intervenire: “Occorre rivedere la politica degli appalti, dove bisogna intervenire dei sub appalti, il vero problema da cui occorre ripartire”. E, con un focus specifico sulla Sicilia, denuncia la carenza di controlli: “Organici degli Ispettori del lavoro che in Sicilia sono ridotti a lumicino per non dire altro”.
Battere il petto dopo l’ennesima tragedia, conclude Galioto, non serve: servono un cambio culturale profondo e interventi strutturali per rimettere al centro la vita e la dignità dei lavoratori.