Aggiornato al 14/02/2025 - 08:57
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Tari, Trapani e Siracusa tra le città siciliane più care secondo indagine UIL

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L’Isola si conferma la regione con le tariffe più alte: a Trapani 510 euro all’anno, mentre Caltanissetta registra un aumento del 31%

La Sicilia si conferma la regione italiana più tartassata dalla Tari, la tassa sui rifiuti. Secondo l’Indagine conoscitiva diffusa oggi dalla Uil, il quadro economico per le famiglie siciliane appare sempre più critico, con un costo medio annuo che supera di gran lunga la media nazionale di 337,77 euro.

Le città siciliane con la Tari più alta

Tra le città italiane più colpite, Trapani e Siracusa figurano nella top ten con rispettivamente 510,98 euro e 481,46 euro annui. Seguono Catania (quarta fra le città metropolitane con 475,44 euro), Agrigento (467,86 euro) e Ragusa (420,74 euro). Anche Palermo supera la media nazionale con 344,60 euro, mentre Messina registra un costo più contenuto (302,60 euro). Particolarmente significativo è l’aumento a Caltanissetta, che in un solo anno è passata da 250,09 euro a 327,79 euro, segnando un incremento del 31%. Enna si attesta sui 305,89 euro.

Un peso sproporzionato sul reddito delle famiglie siciliane

L’indagine della Uil evidenzia che l’incidenza della Tari sul reddito netto medio in Sicilia è pari all’1,34%, più del doppio rispetto allo 0,64% del Nord-Est. A fronte di tariffe tra le più alte d’Italia, l’Isola continua a soffrire di un sistema inefficiente e di emergenze croniche nella gestione dei rifiuti.

Luisella Lionti, segretario generale della Uil Sicilia, denuncia: «La Tari pesa sulle famiglie siciliane più che nel resto d’Italia, mentre le nostre città continuano a subire le emergenze-rifiuti. Sicilia tartassata e malservita, con un aumento della povertà e una riduzione delle opportunità di lavoro dignitoso. Da poli occupazionali strategici, come il petrolchimico siracusano e la Etna Valley di Catania, arrivano segnali inquietanti di una crisi sociale incombente».

Pnrr e gestione rifiuti: un’emergenza irrisolta

Il segretario confederale Santo Biondo sottolinea come la crisi nella gestione dei rifiuti sia legata ai ritardi nell’attuazione del Pnrr: «I ritardi nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, registrati dalle analisi Svimez, stanno aggravando il problema. La mancanza di impianti moderni e adeguati si traduce in costi insostenibili per cittadini e imprese».

Con una gestione inefficiente e tariffe in continuo aumento, la Sicilia si trova ad affrontare un’emergenza rifiuti che grava pesantemente sulle famiglie e sul tessuto economico dell’intera regione. Una soluzione strutturale è più che mai necessaria per evitare il collasso del sistema.

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