Aggiornato al 16/04/2025 - 14:20
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Scoperte eccezionali

Timone e cannone del ‘700 riemergono dai fondali di Fontane Bianche: forse resti della Battaglia di Capo Passero

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La scoperta dell’ispettore onorario Fabio Portella apre nuovi scenari sulla storica battaglia navale del 1718. Scarpinato: “Arricchire le conoscenze”

Importanti ritrovamenti di archeologia subacquea nelle acque antistanti la costa siracusana. Un timone navale di grandi dimensioni e un cannone in ferro, databile tra il XVI e il XVIII secolo, sono stati individuati sui fondali di Fontane Bianche da Fabio Portella, ispettore onorario per i Beni culturali sommersi della provincia di Siracusa, nel corso di alcune immersioni.

Il timone, lungo quasi cinque metri e del peso di circa 800 kg, è realizzato in legno ricoperto da lamina metallica. Data la sua probabile appartenenza a una nave di grandi dimensioni, la sua deperibilità e la bassa profondità di ritrovamento, è stato recuperato su indicazione della Soprintendenza del Mare per evitarne il danneggiamento ed è ora sottoposto a trattamento conservativo. Il cannone in ferro, lungo quasi 2,5 metri e rinvenuto a 49 metri di profondità, presenta dettagli costruttivi (culatta, bottone, orecchioni, anelli) che ne suggeriscono una datazione tra il Cinquecento e il Settecento.

Questi ritrovamenti si aggiungono ad altri reperti (come ancore e cannoni) scoperti negli anni passati lungo il litorale tra Avola (“Gallina”, “Cicirata”) e Fontane Bianche, tutti potenzialmente collegabili alla Battaglia Navale di Capo Passero – Avola, combattuta l’11 agosto del 1718 tra la flotta inglese e quella spagnola durante la Guerra della Quadruplice Alleanza. Si ipotizza, infatti, che i nuovi reperti possano appartenere a uno dei galeoni spagnoli che, secondo le cronache militari dell’epoca, cercarono rifugio lungo la costa siracusana per sfuggire alle più agili navi inglesi, finendo per naufragare.

«Questi ritrovamenti – commenta l’assessore regionale ai Beni culturali e all’Identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinato – aprono nuovi scenari per intraprendere ulteriori attività di ricerca, al fine di arricchire le conoscenze su questo evento bellico che ancora una volta vede la Sicilia e il suo mare protagonista».


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