Granata: “Nel 2000 Piazza Duomo era piena di auto, ora 175mila spettatori all’INDA. Il 23 luglio inaugura Siramuse, nuovo museo di storia”
SIRACUSA – Vent’anni fa, Siracusa e la necropoli rupestre di Pantalica venivano ufficialmente iscritti nella World Heritage List dell’Unesco. Un riconoscimento che oggi, nel 2025, è diventato non solo simbolo di eccellenza culturale e archeologica, ma anche motore di rigenerazione urbana, economica e identitaria.
Abbiamo intervistato Fabio Granata, assessore alla Cultura del Comune di Siracusa, per ripercorrere due decenni di trasformazioni, investimenti e prospettive.
«Non una celebrazione, ma consapevolezza culturale»
«Alla base della nostra decisione di celebrare i vent’anni di iscrizione di Siracusa e Pantalica nella World Heritage List, non c’era certamente la volontà di autocelebrarci, ma la volontà di diffondere consapevolezza culturale», afferma Granata, che abbiamo raggiunto in via Mirabella, sede storica dell’assessorato alla cultura di Siracusa.
«Siracusa e Pantalica rappresentano un punto di partenza, non un traguardo. È stato un riconoscimento coraggioso: Siracusa non era solo ricostruzione tardo barocca, era molto di più».
Un sito Unesco che ha cambiato il volto della città
Il riconoscimento, ricevuto nel 2005 grazie alla sinergia tra Regione, Comune, Provincia e governo nazionale, ha fatto da catalizzatore per una trasformazione urbana imponente.
«Furono spesi oltre 350 milioni di euro. Nel 2000 la città non era quella di oggi: il Castello Maniace, Santa Lucia alla Badia, Piazza Duomo… tutto è stato recuperato. Un restauro monumentale senza precedenti.»
Eventi, teatro e rigenerazione culturale
Le celebrazioni per il ventennale hanno avuto il loro culmine in Piazza Duomo con la rievocazione del rito di fondazione, alla presenza del sindaco di Corinto e di migliaia di cittadini e turisti.
“È stata una serata magica. E proseguiremo con eventi fino a luglio: il 6 giugno ci sarà una conferenza negli ipogei, il 17 e 18 luglio al Teatro Greco avremo la rappresentazione della fondazione di Siracusa diretta da Giuliano Peparini, e un concerto con orchestra e coro offerto dal Teatro Massimo Bellini di Catania”.
La nascita del Siramuse e la rete culturale
Il prossimo 23 luglio sarà inaugurato il Siramuse, museo innovativo all’interno dell’ex Galleria Montevergine. “Un museo della città che racconterà Siracusa attraverso figure come Archia, Archimede, Caravaggio, Santa Lucia, Paolo Orsi e Platone.”
“Si affianca a una rete già esistente che include il Museo del Cinema, il Museo del Mare, il Museo dei Pupi, la Wunderkammer, il Museo Leonardo-Archimede e la nuova sede dell’ex Liceo Gargallo.”
Una capitale culturale europea
“Siracusa è una città di acqua e di luce», sottolinea Granata. «Abbiamo accolto il G7, rafforzato i rapporti con Atene e Corinto. Il 21 giugno ospiteremo un evento tra le due scuole di archeologia più antiche del mondo, quella di Atene e quella di Siracusa. È un rinsaldarsi delle nostre radici classiche.” “A differenza di Agrigento, capitale italiana della cultura, Siracusa ha dimostrato di essere matura per accogliere grandi eventi e delle grandi rappresentazione della propria identità culturale”
Il ruolo dell’Inda e il teatro
Tra le punte di diamante della rinascita culturale c’è anche l’Istituto Nazionale del Dramma Antico (INDA): “Oggi conta 175.000 spettatori paganti. Le rappresentazioni classiche raccolgono numeri superiori a tutti i teatri stabili italiani messi insieme.”
Turismo consapevole e sostenibile
Granata insiste sulla necessità di una gestione equilibrata della crescita turistica. “Siamo passati dal monosviluppo industriale a un’economia basata su cultura e accoglienza. Ma serve tutelare il territorio: Ortigia, per esempio, deve essere regolata con fermezza.”
“Non parlo di turismo d’élite, ma di civiltà diffusa: cittadini e viaggiatori devono vivere in armonia e rispetto reciproco.”
Un progetto d’area vasta: il Distretto del Sud-Est
Nel futuro della città c’è una visione allargata. “Il distretto del Sud-Est, con Noto, Ragusa, Modica e ora anche Avola, è la vera strategia: un sistema integrato di cultura, archeologia, gastronomia e natura. Chi visita Siracusa può e deve esplorare tutta la Sicilia Sud-Orientale.”
Conclusione: una città che guarda avanti
“Questa città resta importantissima, al di là di chi la governa. I siracusani devono esserne orgogliosi. Stiamo tornando ad essere ciò che siamo sempre stati: una grande capitale di cultura mediterranea“, conclude Granata.











