Aggiornato al 25/09/2025 - 11:12
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Dati preoccupanti

Cyberbullismo e violenza digitale: vittima un adolescente su tre. In 5 anni denunce +40%

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L’allarme in una nuova infografica di Unicusano: in crescita cyberbullismo (60% dei casi), hate speech, revenge porn e deepfake. Le ragazze e la comunità LGBTQ+ i più colpiti

L’emergenza del cyberbullismo e della violenza digitale in Italia non si arresta, anzi accelera. Oggi un adolescente su tre dichiara di esserne stato vittima, e negli ultimi cinque anni le segnalazioni alle linee di aiuto sono aumentate del 40%.

A scattare una fotografia aggiornata e allarmante del fenomeno è una nuova infografica dell’Università Niccolò Cusano (Unicusano), che analizza la crescita dei reati online dal 2019 ad oggi.

I numeri dell’emergenza: cyberbullismo e hate speech

Secondo i dati Istat elaborati da Unicusano, quasi sette ragazzi su dieci (11-19 anni) hanno vissuto almeno un episodio di violenza online, e uno su cinque lo subisce in modo continuativo. I reati più diffusi sono:

  • Cyberbullismo (insulti, minacce, esclusione): responsabile del 60% dei casi.
  • Hate speech (odio per genere, etnia, orientamento sessuale): riguarda oltre un terzo dei giovani.
  • Revenge porn e deepfake: le denunce per diffusione non consensuale di immagini intime sono aumentate del 30% in un solo anno, superando quota 2.000.

Identikit della vittima: adolescenti e ragazze i più colpiti

A pagare il prezzo più alto sono gli adolescenti, in particolare gli 11-13enni (23,7% sono vittime continue). Le ragazze hanno il doppio delle probabilità dei coetanei maschi di subire sextortion o revenge porn, mentre nella comunità LGBTQ+ un giovane su due è stato bersaglio di hate speech. Il fenomeno non risparmia gli adulti: il 14% delle donne tra 15 e 70 anni ha ricevuto offese online.

Le conseguenze reali: ansia, depressione e autolesionismo

La violenza digitale lascia ferite concrete. L’infografica Unicusano evidenzia che:

  • Quasi la metà delle vittime sviluppa ansia o depressione.
  • Un ragazzo su quattro valuta l’abbandono scolastico.
  • Oltre il 12% manifesta comportamenti autolesionistici. Un esempio recente della gravità del fenomeno è il gruppo Facebook “Mia Moglie”, smantellato ad agosto 2025, che contava 30.000 iscritti dediti alla condivisione di foto intime di donne.

Le contromisure: dalla legge all’educazione

Lo Stato e l’Europa hanno iniziato a reagire. In Italia, il Decreto Legislativo 99/2025 ha introdotto l’obbligo di identità digitale per l’accesso ai social network e sanzioni fino a 10.000 euro.

Tuttavia, per Unicusano la vera sfida è culturale e formativa. “Serve una nuova generazione di professionisti capaci di leggere i fenomeni e supportare le vittime”, spiega l’ateneo, che ha investito in corsi di laurea e master specifici in Psicologia, Scienze dell’Educazione, Criminologia e Cybersecurity per formare figure in grado di agire in contesti scolastici, sociali e legali.

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