All’Ars è in discussione un disegno di legge che potrebbe trasformare profondamente il panorama politico dei comuni siciliani, con un provvedimento che prevede un aumento significativo delle poltrone all’interno delle giunte locali
La proposta, che mira a incrementare il numero degli assessori, introduce anche nuove figure come il vicepresidente del Consiglio comunale e un consigliere supplente in tutti i centri abitati, indipendentemente dalla loro grandezza.
Il disegno di legge, che conta 12 articoli, prevede un assessore in più per ogni giunta comunale. Così, a Palermo, il numero degli assessori salirebbe da 11 a 12; a Catania da 10 a 11; e nei capoluoghi minori da 9 a 10. I comuni di grande dimensione come Gela, Bagheria e Marsala vedrebbero l’aggiunta di un ottavo assessore, mentre i centri più piccoli avrebbero cinque assessori invece di quattro.
In totale, questa riforma potrebbe aggiungere 390 nuove poltrone in tutta la Sicilia. Non è un caso che i partiti stiano mostrando un forte interesse per la proposta, considerata anche l’aumento recente degli stipendi degli assessori e dei sindaci, che ora possono arrivare fino a 9 mila euro lordi al mese a Palermo. Il costo annuale di questi aumenti è già di oltre 11 milioni di euro.
Il Pd ha proposto delle modifiche al disegno di legge, suggerendo che l’aumento degli assessori avvenga a costi invariati. Il capogruppo Michele Catanzaro ha dichiarato che sarebbe favorevole solo se gli attuali assessori accettassero una riduzione degli stipendi per coprire i costi del nuovo assessore.
Il disegno di legge prevede anche l’introduzione di un secondo vicepresidente del Consiglio comunale e di un consigliere supplente: il primo dei non eletti che sostituirebbe l’assessore quando questo lascia il consiglio per entrare in giunta. Inoltre, si prevede un aumento della soglia di voti necessari per approvare una mozione di sfiducia contro il sindaco e una quota obbligatoria del 25% di donne nelle giunte.
Nel frattempo, l’Ars ha approvato il Documento di economia e finanza regionale (Defr), che prevede una crescita del Pil dell’1,1% nel 2025 e dello 0,7% per l’anno in corso. Il governo Schifani continua a pianificare riforme e cambiamenti, con la riforma degli enti locali che potrebbe essere discussa più approfonditamente a settembre, subito dopo la ripresa dei lavori parlamentari.