[vc_row][vc_column][vc_text_separator title=”di Federica Capodicasa”][vc_column_text]
Quando mi capita di confrontarmi con un uomo circa il ruolo della donna nella società odierna, ciò che sono costretta a sentire come risposta, quasi sempre, ha a che fare con una cosa del tipo: “l’avete voluta la parità?” Perché parliamo ancora di parità?
[/vc_column_text][vc_column_text]Mio padre ha sempre portato la borsa a mia madre. Un gesto semplice, ma pieno di senso.
Io forse non ricordo chiaramente quel particolare del quadro di Degas al Musèe D’Orsay o il decoro della Giralda o, ancora, il momento del cambio della guardia a Buckingam Palace, ero molto piccola, però ciò che ricordo precisamente è l’esatto momento, ricorrente e vivido nei particolari, in cui a un certo punto, nel bel mezzo di una camminata su tragitto conosciuto o in una strada straniera, papà sfilava la borsa della mamma dalla sua spalla per farsene carico, senza peraltro preoccuparsi del fatto che, normalmente, la borsa di una donna e mamma si porta appresso una serie di attrattive di non indifferente carico e quantità.
Se quest’azione, nell’era che fu, non era soggetta a parafrasi alcuna mi chiedo, come verrebbe interpretata da una donna al giorno d’oggi?
Come una mancanza di rispetto nei confronti della propria sudata indipendenza?
Come uno schiaffo morale? Un atto insolente?
Oppure come una semplice galanteria?
E l’uomo? Una domanda a cui è difficile trovare una risposta, perché sono davvero pochi al giorno d’oggi gli uomini la cui personalità, così orgogliosamente e dannatamente sicura e sfacciata, consentirebbe loro di decretare di compiere un gesto del genere, senza preoccuparsi di apparire ambigui. Famo a capisse.
Quando mi capita di confrontarmi con un uomo circa il ruolo della donna nella società odierna, ciò che sono costretta a sentire come risposta, quasi sempre e comunque nella maggioranza dei casi, ha a che fare con una cosa del tipo: “l’avete voluta la parità?”
Perché parliamo ancora di parità?
Nell’era del Gender Pay Gap con tutti i suoi annessi e connessi, in questo medioevo 2.0, upgradato, certamente, ma sempre indegnamente limitato, l’unica parità alla quale, in cuor suo, la donna può aspirare, è quella alla fine di una partita di scopone e non scientifico, s’intende.
Pensiamo a quante sono le sfaccettature che una dama è costretta a concretizzare al fine di potersi salvaguardare decorosamente in un mondo genuinamente maschile.
Dobbiamo essere al contempo fighe come Belén Rodriguez, simpatiche come Teresa Mannino, aggraziate come Audrey Hepburn, con un cervello al pari di quello di Marie Curie e la forma atletica di Federica Pellegrini, il tutto condito con la personalità di James Bond, l’imprenditorialità di Bill Gates, l’ambizione di Donald Trump e il carattere di Don Bosco.
Io non penso che la donna non voglia più fare la donna, io penso che la donna nel suo sé guerreggi quotidianamente con la bramosia tipica del condottiero romano e il desiderio che il suo uomo le porti la borsa.
Io, se permettete, mi faccio portare la borsa.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]