Aggiornato al 26/07/2024 - 16:20
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Salute, virus Oropouche, primi due decessi in Brasile e quattro casi in Italia

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Nessun allarmismo, ma massima attenzione

Il Brasile ha riportato i primi due decessi al mondo causati dal virus Oropouche, una malattia tropicale trasmessa tramite la puntura di alcuni insetti. Lo ha annunciato il ministro della Salute brasiliano. Le vittime, due giovani donne sotto i 30 anni senza malattie pregresse, sono decedute nello stato di Bahia, nel nord-est del Paese, manifestando sintomi simili a quelli di una grave febbre dengue.

“Non esistevano finora nella letteratura scientifica mondiale casi documentati di decessi attribuiti a questa malattia”, ha dichiarato il ministero in una nota ufficiale. Attualmente, un altro decesso nello stato di Santa Catarina, nel sud del Brasile, è oggetto di indagini.

Quest’anno sono stati segnalati 7.236 casi di infezione da virus Oropouche in 20 dei 27 stati brasiliani, con la maggior parte delle infezioni riportate negli stati settentrionali di Amazonas e Rondonia. Inoltre, negli stati di Pernambuco, Bahia e Acre, sei casi di trasmissione verticale del virus da madre a figlio sono sotto indagine. Di questi, due hanno portato alla morte del feto e tre a anomalie congenite come la microcefalia.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2024 il virus Oropouche è stato rilevato anche in Bolivia, Colombia, Cuba e Perù. La comunità scientifica è in allerta per i potenziali effetti sulla gravidanza e la salute pubblica globale.

Cos’è la Febbre Oropouche: Sintomi e Cure

La febbre Oropouche è una malattia virale tropicale che presenta sintomi simil-influenzali quali febbre alta, mal di testa, dolori muscolari e articolari. Al momento non esistono cure specifiche, e il trattamento si basa sul sollievo dei sintomi e il riposo. La prevenzione rimane fondamentale, principalmente attraverso la protezione dalle punture di insetti che trasmettono il virus.

Primi quattro casi certificati in Italia

Sono quattro i casi finora identificati in Italia di virus Oropouche, tutti di importazione da Paesi del Sud-America.

Dopo la notifica dei primi casi in Italia del virus Oropouche (OROV) e l’allerta epidemiologica lanciata dall’Organizzazione Panamericana della Salute (PAHO) sull’identificazione di possibili casi di infezione fetale, Emanuele Nicastri, Direttore UOC Malattie Infettive ad Alta Intensità di Cura dell’INMI Lazzaro Spallanzani di Roma, ha trasmesso una nota alla Rete regionale di malattie infettive, di cui è coordinatore clinico, per richiamare l’attenzione sull’argomento.

“In caso di pazienti di ritorno dalle aree endemiche con sintomatologia febbrile acuta – è scritto nella nota – si suggerisce di considerare in diagnosi differenziale, oltre alla malaria e alle arbovirosi più comuni sostenute da virus Dengue, Chikungunya e Zika, anche la infezione da virus Oropuche, con particolare attenzione alle donne in gravidanza”. E di conseguenza di mandare i casi sospetti allo Spallanzani dove “disponiamo dei test necessari e siamo pronti a identificare la sintomatologia clinica e nei nostri laboratori, diretti dal dr. Fabrizio Maggi, l’eventuale presenza del microrganismo”. (Fonte: Rai News)

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