Al capogruppo di Fuori Sistema, “reo” di aver associato l’omosessualità a un “virus” anche se soltanto come battuta, Arcigay chiede le dimissioni dal civico consesso
Quando Franco Zappalà, storica presenza in consiglio comunale con un’attenzione da sempre incentrata sui temi della sanità e del nuovo ospedale, ha preso la parola nel corso della seduta di ieri, l’inizio sembrava promettente. In sostanza, nell’augurare buon lavoro al nuovo collegio dei revisori dei conti, Zappalà aveva chiesto come mai non fosse stata nominata ameno una donna, quanto meno tra i supplenti. Richiesta legittima se non addirittura dovuta; il problema è sorto subito dopo quando, sorridendo e con fare ammiccante, ha chiesto lumi sulla sessualità dei revisori, sostenendo la presenza di un “virus” in consiglio che potrebbe far cambiare il genere, fornendo addirittura accessori utili in tal senso come “rossetti e orecchini”.
Il presidente stempera subito i toni, ma non basta
Sebbene il presidente Di Mauro abbia immediatamente stemperato i toni e lo stesso Zappalà si sia affrettato a precisare la natura umoristica del suo intervento, le parole dette da un consigliere comunale nel corso di una seduta ufficiale restano e pesano come macigni. Le reazioni non si sono dunque fatte attendere.
ARCIGAY: “scuse e dimissioni immediate per il consigliere Zappalà”
“Agghiacciante” – inizia così la dichiarazione del presidente di Arcigay Siracusa, Armando Caravini in merito alle parole del consigliere comunale Franco Zappalà.
“Vorrei ricordare, al consigliere Zappalà – tuona Caravini – che certe “battute” tristi ed infelici ai nostri giorni non si fanno neanche al bar”.
“Nell’intervento il consigliere, che sorride giustificandosi e sorridendo ad una sua “battuta” parla dell’omosessualità come “virus”” – sottolinea Caravini.
“Mi sento di dire al consigliere, candidato nella lista di Garozzo che da sindaco ha sostenuto la comunità LGBT, che la sua “battuta” infelice esposta in consiglio comunale è di una bassezza infinita ed insulta non solo la comunità ma anche gli altri consiglieri” – dice Caravini.
“Al suo posto, oltre a chiedere immediatamente scusa, mi dimetterei – afferma il presidente di Arcigay – in quanto per il consigliere Zappalà è evidente che il consiglio comunale, composto da persone che vogliono lavorare per la città, sia più importante esprimere il suo personale parere omofobo”.
“Essere omosessuale – dichiara Caravini – non è un “virus” e mi auguro che il consigliere Zappalà si informi bene piuttosto che “scimmiottare” con frasi “entri buono ed esci in un’altra maniera” sul fatto che l’omosessualità, dal 17 maggio del 1990, ha visto la sua cancellazione dall’elenco delle malattie mentale e la definizione da parte dell’OMS come “una variante del comportamento umano””.
“Si dimetta dal civico consesso – conclude Armando Caravini – e lasci in fretta il suo posto a qualcuno che vuole lavorare bene per la città. Mi auguro che anche l’intero consiglio comunale si prendano provvedimenti in merito e si condannino pubblicamente le parole del consigliere non facendosi abbindolare da quella che Zappalà ha sornionamente definito “battuta”.
Una lettera al presidente del Consiglio dal gruppo del PD di Siracusa: “Non c’è molto da ridere, o per lo meno noi non ridiamo”
“Caro presidente,
Non c’è molto da ridere o per lo meno noi non ridiamo.
Quando parlavamo di rispetto dei luoghi di discussione e di postura politica ci riferivamo anche a questo.
Quando parlavamo di una classe politica machista ci riferivamo anche a questo.
Quando parlavamo di un tono istituzionale rispettoso della città e del civico consesso ci riferivamo anche a questo.
Assistiamo spesso a sedute distratte, in cui nessuno ascolta nessuno e in cui il livello del dibattito è talmente basso da non lasciare senza parole.
Lo spettacolo di ieri è stato indecente e le parole pronunciate dal consigliere Zappalá in aula ci hanno lasciato sgomenti e ci hanno sconvolto.
Parole che sono una offesa a tutte e tutti, alla città e alle sue anime. Parole che dimostrano una inadeguatezza della classe politica a cui non vogliamo arrenderci.
Lei avrebbe dovuto interrompere il dibattito, lei avrebbe dovuto riportare la dignità in quella aula, lei avrebbe dovuto portare ordine in un’aula così importante che è il senato della città.
Non possiamo non condannare quanto accaduto, ci auguriamo che lei sappia non farlo capitare mai più.
La città ci guarda, la città ci osserva, la città guarda al consiglio ma tutto questo non fa ridere.”
Stonewall GLBT Siracusa e AGEDO Siracusa: “Il consigliere è immune dal virus della cultura”
Sulle recenti dichiarazioni del consigliere comunale Franco Zappalà (Italia Viva), durante l’ultima seduta del Civico Consesso intervengono con un comunicato congiunto: Alessandro Bottaro e Angelo Tarantello, rispettivamente presidenti dell’associazione Stonewall GLBT Siracusa e Agedo sezione di Siracusa. A seguire le loro dichiarazioni.
“Apprendiamo grazie alla diffusione di un video da parte della testata Siracusanews della infelice uscita del consigliere comunale Zappalà in sede di consiglio comunale di Siracusa, parlare di virus riferendosi alle persone lgbtq+ è un atto gravissimo e altrettanto violento, perché lesivo della vita e della dignità della comunità che rappresentiamo come associazione e come militanti di un movimento.
Vorremmo ricordare al consigliere Zappalà, che l’omosessualità, è una variante naturale del comportamento sessuale (fonte OMS), non una devianza o una malattia contagiosa come sembra voler fare intendere nel suo discorso “politico” peraltro pieno di ammiccamenti e battutine che neanche i peggiori bar di Caracas(cit)
Temiamo invece che in giro ci sia un altro virus, a cui il consigliere è purtroppo patologicamente immune, quello della cultura, altrimenti ci avrebbe risparmiato questa bassezza nel luogo deputato alla democrazia cittadina dove il rispetto, verso chiunque non può e non deve mai mancare. Errare è umano ma perseverare è diabolico, Zappalà chieda scusa e si ricordi che a causa di quelle che lui definisce “battute” ci sono purtroppo, ancora oggi, persone che soffrono e che in alcuni casi si tolgono la vita”. Noi diciamo un NO fermo e categorico a chi si fa portavoce di quella subcultura machista e misogina da cui proprio il Consiglio Comunale dovrebbe invece prendere le distanze!”
Gli anni 80 sono finiti già da tempo
Chiunque abbia anche soltanto incrociato qualche volta il consigliere Franco Zappalà, sia in occasioni pubbliche sia in privato, può tranquillamente testimoniare qualunque assenza di pensiero intollerante, omofobo o semplicemente di odio verso qualunque tipo di generica situazione umana. Può al contempo confermare l’esuberanza e lo spirito del consigliere, legato evidentemente ad un passato che oggi non può più essere pensato e vissuto allo stesso modo, per le ragioni ben espresse dalle note delle associazioni. Non si possono certamente giustificare battute infelici e fuori luogo, specie in sede ufficiale e pubblica, ma si può tentare di comprendere il personaggio, con la sua età e il suo background, ed evitare pubbliche crocifissioni in stile fantozziano. Basta vedere sulle reti private il 90% dei film della Commedia all’Italiana di quegli anni per capire che questo era il tenore dell’umorismo di allora, per fortuna ormai terminato ma che comunque per anni ha impregnato la pubblica opinione. Il consigliere chieda scusa ma soprattutto sostenga con azioni concrete associazioni ed enti che difendono il diritto alla propria consapevolezza sessuale ed in generale i diritti delle minoranze, saranno queste azioni concrete a porre rimedio alle sue infelici parole.
Franco Zappalà: “Chiedo scusa a tutti coloro che si sono sentiti offesi”
Tramite una lettera, Franco Zappalà chiede scusa:
“A tutti coloro che si sono sentiti offesi in qualche modo
Perché è chiaro che solo chi non mi conosce bene e mi conosce la mia ilarità e il mio modo di scherzare anche con l’autoironia di cui sempre si condiscono i miei interventi in consiglio comunale possa pensare che dietro una battuta seppur infelice si annidi un pensiero o qualunque altra forma di discriminazione.
La mia storia politica personale infatti, dimostra quanto io sia sempre stato vicino a tutte le persone senza distinzione di sorta
Figuriamoci se nel 2025 io possa nutrire qualunque forma di discriminazione nei confronti della comunità gLBtQ+, comunità alla quale comunque desidero porgere le mie scuse.”