Aggiornato al 23/02/2025 - 18:41
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Azione dimostrativa

Siracusa, in 400 alla protesta per la Mazzarona: “No al CCR sotto casa, sì alla riqualificazione”

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I residenti scendono in piazza contro il Centro Comunale di Raccolta: “Vogliamo servizi, non rifiuti nei nostri quartieri”

Grande partecipazione alla protesta dei residenti della Mazzarona, che questa mattina si sono riuniti per dire no alla realizzazione del Centro Comunale di Raccolta rifiuti (CCR) in pieno centro abitato.

Al grido di “No CCR sotto casa, sì alla riqualificazione”, circa 400 persone, tra residenti, comitati, consiglieri comunali e associazioni, hanno dato vita a una “passeggiata di denuncia”, ripercorrendo le promesse mai mantenute dall’amministrazione comunale sulla riqualificazione del quartiere.

Un quartiere che chiede servizi, non rifiuti

La manifestazione ha evidenziato il disagio della comunità locale, che da anni attende parchi, centri ricreativi e servizi pubblici, ma si trova invece a dover combattere contro la costruzione di un CCR in un’area residenziale.

“Non può passare il messaggio che la Mazzarona sia il rione dei rifiuti”, ha dichiarato Lucia Buonconsiglio, portavoce del Comitato per la Riqualificazione della Mazzarona.

“Un CCR a fianco dei condomini non è rigenerazione urbana. Esistono soluzioni alternative, ma il Comune sembra ignorarle”.

Il nodo dei finanziamenti PNRR

Secondo il Comitato per la Riqualificazione, l’amministrazione comunale teme di perdere i fondi PNRR, previsti per il progetto. Tuttavia, come sottolineato dai manifestanti, una proroga fino al 2028 consentirebbe di individuare un’area più idonea.

“Non hanno più scuse per insistere su questa scelta”, afferma Buonconsiglio. “Devono ascoltare i cittadini e trovare un’alternativa”.

Uniti per il quartiere: “Non ci fermeremo”

L’evento ha visto la partecipazione di associazioni ambientaliste, comitati civici e tecnici del settore, tra cui la Dott.ssa Alessandra Trigilia, agronoma ed ex dirigente della Soprintendenza di Siracusa.

Al termine della manifestazione, il Comitato ha lanciato un messaggio chiaro:

“Noi non ci fermeremo. La battaglia continua. Vogliamo lasciare ai nostri figli un quartiere vivibile, non un’area degradata e svalutata”.

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