Aggiornato al 18/08/2025 - 20:25
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Fiorello ricorda Pippo Baudo: “Era il nostro orgoglio siciliano, ci ha insegnato la vera televisione”

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Fiorello:”La Rai dovrebbe sostituire il cavallo di Diomazzini con Pippo Baudo. Ha unito perfezione e fattore umano”

ROMA – Un commovente ricordo di Pippo Baudo quello di Fiorello, che ha voluto rendere omaggio al grande conduttore siciliano con parole cariche di emozione e gratitudine.

“Per noi siciliani era stato sempre un vanto, un orgoglio, anche quando non lo conoscevo, cioè quando ero ragazzo, per noi sapere di essere siciliani, come Pippo Baudo, era un vanto”, ha esordito Fiorello. “E noi lo seguivamo più degli altri, perché lui faceva anche Antenna Sicilia, conduceva il festival della canzone siciliana, in Sicilia faceva il 100% di share”.

Fiorello ha raccontato del loro rapporto privato: “Quando lo chiamavamo non lo chiamavamo mai ‘ciao Pippo, come stai’, ma con una frase molto forte, siciliana, molto forte, e dall’altra parte riceveva una risposta altrettanto forte. Non dobbiamo mai dimenticare le nostre radici, hai ragione Pippo!”

“Tutto quello che è stato detto di Baudo in questi due giorni, è stato detto tantissimo, e tutto quello che io potrei dire in questo momento, qualsiasi cosa si possa dire, Pippo è sempre un po’ di più”, ha continuato Fiorello. “Non è un semplice conduttore, direttore artistico, 13 Festival di Sanremo, pagine di televisione scritte, è qualcosa di più”.

La Rai deve tutto a Pippo

“La Rai deve moltissimo a Pippo Baudo, cioè proprio la Rai. Dovrebbe sostituire il cavallo di Diomazzini quando tornerà con Pippo Baudo, perché Pippo Baudo ha tracciato un solco enorme, dove tutti noi che abbiamo imparato, lui ci ha insegnato senza volere insegnare, solo a guardare”.

Fiorello ha poi riflettuto sui tempi moderni: “Ora delle volte mi chiedo, chi insegnerà ai giorni di oggi a fare la TV? Oggi siamo presi da una frenesia talmente potente, una velocità… Io per primo mi sono inventato un programma di 27 minuti in cui facevo gag da 30 secondi”.

La lezione di “Papaveri e papere”

“Guardando ‘Papaveri e papere’ ieri mi sono reso conto e mi sono detto, ma dove stiamo andando? Questa è la televisione, un pezzo musicale con Zarrillo, con Mia Martini e Giorgia, della durata di 10 minuti, oggi non lo puoi fare più, un monologo di 15 minuti oggi non lo puoi fare più”.

“Baudo ha unito quella perfezione e il fattore umano, il fattore dell’imprevisto, c’è quell’umanità che Baudo ha inserito nella perfezione del grande varietà, che a questo punto speriamo di tornare a fare, magari non sarà più di moda, magari cambieranno canale, chi se ne frega, non vorrei che si perdesse quello che Baudo ha fatto”.

Un omaggio che va oltre la nostalgia, diventando una lezione di televisione e un invito a non dimenticare i maestri che hanno fatto grande lo spettacolo italiano.

Foto Catania da Spettacolo

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