Siracusa, brucia Capo Murro di Porco e la Riserva di Cava Grande. Mastriani lancia un appello alla Regione: “Non resti inascoltata la disponibilità dei Carabinieri forestali”
Ieri mattina si è verificato un nuovo episodio di incendi in Sicilia, precisamente presso l’area del Faro di Capo Murro di Porco, nel territorio di Siracusa, all’interno della Zona Speciale di Conservazione (ZSC) della Penisola della Maddalena e nel cuore della zona A a mare dell’Area Marina Protetta del Plemmirio.
L’incendio, di probabile origine dolosa, ha richiesto per diverse ore l’intervento dei volontari della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco di Siracusa. A preoccupare è anche l’ennesimo fronte attivo da giorni nella Riserva Naturale Orientata di Cava Grande del Cassibile, dove è stato necessario l’impiego dei canadair per fronteggiare l’estensione delle fiamme nella zona A dell’area protetta.
Altri 40 ettari sono andati in fumo nei giorni scorsi a Monterosso Almo, in un’area demaniale nota come Monte Casasia. Un quadro preoccupante che si ripete ogni anno e che mette a rischio migliaia di ettari di vegetazione e boschi siciliani.
A esprimere forte preoccupazione è Marco Mastriani, Coordinatore Regionale di Federparchi Sicilia e Vice Presidente del Consorzio Area Marina Protetta del Plemmirio, che ha ricordato come già dal 19 giugno 2024 sia stato avviato un percorso istituzionale per affrontare il fenomeno:
“Da oltre un anno, ovvero dal 19 giugno 2024, con Federparchi organizzammo a Roma presso la sede del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, alla presenza del Sottosegretario di Stato, Sen. Claudio Barbaro e dei rappresentanti del CUFA (Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari) dell’Arma dei Carabinieri, con la presenza dei rappresentanti dell’Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente della Regione Siciliana, l’ex Assessore Regionale On. Elena Pagana, in cui si registrò una disponibilità da parte dell’Arma dei Carabinieri, previa richiesta da parte della Regione Siciliana, a poter essere presenti in Sicilia per una concreta collaborazione con la Regione Siciliana, in azioni di contrasto e repressione di questo vergognoso fenomeno criminale degli incendi in Sicilia che ogni anno distrugge migliaia di ettari di vegetazione e boschi in Sicilia”.
Mastriani ha fornito dati allarmanti:
“Basti solo pensare che due anni fa, dei 74.000 ettari andati in fumo in Italia, oltre 45.000 ettari si sono registrati in Sicilia, essendo di fatto il problema un’emergenza nazionale”.
Infine, l’appello diretto al Presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e all’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente Giusy Savarino:
“Faccio un appello al Presidente della Regione Siciliana On. Renato Schifani e all’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente On. Giusy Savarino, affinché quella disponibilità dimostrata in sede ministeriale da parte del CUFA dell’Arma dei Carabinieri non rimanga disattesa e, visto la carenza di personale in pianta organica del Corpo Forestale in Sicilia, le cui procedure concorsuali sono ancora da espletare, può ad oggi essere l’unica soluzione utile da mettere in campo per fermare queste mani criminali che ogni anno devastano il nostro patrimonio ambientale e naturale siciliano”.
Mastriani propone un modello già adottato da un’altra Regione a statuto speciale:
“Chiediamo di attuare una collaborazione con il CUFA dei Carabinieri da parte della Regione Siciliana, così come ha già fatto la Regione Sardegna, anch’essa a statuto speciale in tema di antibracconaggio. Si intervenga subito, con estrema urgenza, e si capisca definitivamente che il contrasto e la lotta agli incendi boschivi e vegetazionali in Sicilia è un tema prioritario e fra le tante azioni da mettere in campo, oltre a quelle importanti della prevenzione e spegnimento, esiste quella della repressione e contrasto a questo enorme fenomeno criminale che possono attuare solo le forze di polizia che controllano e presidiano il territorio, con le nostre importanti aree protette oggi sotto attacco di piromani e criminali spregiudicati, ma vanno fermati a tutti i costi”.