Luca Santoro e Niccolò Monterosso rispondono alle dichiarazioni del delegato al congresso Giacomo D’Arrigo e difendono l’operato dei giovani: «Non accettiamo che venga messa in dubbio la nostra integrità morale»
Ancora tensioni interne nel Partito Democratico siracusano, dopo le polemiche legate all’annullamento del voto online per il congresso cittadino. A prendere la parola, con un comunicato congiunto, sono Luca Santoro e Niccolò Monterosso, rappresentanti della componente giovanile del partito, che denunciano nuovi attacchi e affermazioni che metterebbero in dubbio la loro «integrità morale».
«Ancora una volta ci ritroviamo, nostro malgrado, coinvolti nelle vicende farsesche del Partito Democratico siracusano – scrivono – Non per smania di protagonismo, ma perché c’è chi continua a parlare dei giovani senza interpellarli, illudendosi di poterli strumentalizzare come se dovessero restare ancora in silenzio e a capo chino».
Santoro e Monterosso spiegano di aver scelto il silenzio dopo aver denunciato pubblicamente quanto accaduto a livello comunale sull’annullamento del voto online. Tuttavia, dichiarano di essersi ritrovati nuovamente «bersaglio di comunicati e dichiarazioni» e ritengono ora «necessario fare chiarezza».
Nel comunicato, Luca Santoro fa riferimento diretto al delegato al congresso Giacomo D’Arrigo, affermando:
«Durante la conferenza stampa di ieri, il delegato al congresso ha comunicato con sorprendente candore di “non sapere nulla della piattaforma, era tutto affidato ai giovani del PD”. Mi domando: è plausibile che un delegato al congresso non conosca neppure il nome della piattaforma su cui si vota? O siamo di fronte a un tentativo creativo di deresponsabilizzazione? A questa dichiarazione segue quella relativa alle “richieste cumulative” che, come le informazioni sull’utilizzo della piattaforma, erano ben note allo stesso delegato, poiché già utilizzate durante il congresso provinciale. Eppure, ora si mostra un ingiustificabile stupore».
I due esponenti giovanili riconoscono che alcuni elementi siano difficili da dimostrare oggettivamente, ma invitano il lettore a valutare la coerenza e credibilità delle versioni in campo: «Verba volant, scripta manent», sottolineano.
Niccolò Monterosso, dal canto suo, interviene sulla questione legata alla partecipazione al voto degli studenti fuorisede domiciliati in Sicilia:
«Voglio far chiarezza sull’ultima presunta “irregolarità”: la partecipazione al voto degli studenti fuorisede domiciliati comunque in regione. Fortunatamente, esiste un messaggio — inviato proprio dal delegato tramite WhatsApp — che mi autorizzava esplicitamente a far votare anche i fuori sede che studiano e lavorano in Sicilia. Messaggio, sottolineo, successivo a quello già circolato nei giorni scorsi sulla stampa. Questo perché lo stesso delegato, giustamente, richiamava le modalità di voto online già applicate durante il congresso provinciale, dove avevano votato pure gli studenti fuori sede regionali, dimostrando così, almeno apparentemente, la sensibilità del Partito ai disagi legati ai trasporti in Sicilia».
Nel testo, i giovani si chiedono se i disagi dei trasporti in Sicilia siano «improvvisamente scomparsi» tra congresso provinciale e comunale, ironizzando:
«Se così fosse, facciamo un plauso alla destra che governa questa regione per l’ardua impresa».
Chiudono infine con un appello accorato alla trasparenza e alla responsabilità politica:
«Siamo stanchi. Stanchi di un partito che lancia il sasso e poi nasconde la mano. Stanchi di chi vorrebbe i giovani silenziosi, obbedienti, invisibili. Per questo, ancora una volta, chiediamo chiarezza e un’assunzione di responsabilità politica, vera e strutturale. Il vero danno al Partito Democratico non lo provoca chi parla, ma chi tradisce lo spirito di una comunità democratica. Su questo non faremo finta di nulla, perché noi — la nostra comunità giovanile — non la tradiremo mai».