Aggiornato al 09/08/2025 - 14:03
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"Aiuole inutili"

“Eliminiamo le aiuole spartitraffico”, la proposta-shock dell’assessore al Verde Pubblico

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Luciano Aloschi, nel corso dell’ultima seduta di Consiglio Comunale prima della pausa estiva, ha lanciato una proposta provocatoria, annunciando però in premessa che “Sarà impopolare, ma mi assumo la responsabilità di quello che dico”

Nella recente seduta del consiglio comunale, una proposta ha lasciato interdetti cittadini, consiglieri e per la verità, a guardare la registrazione video, forse anche qualche altro membro della Gunta: l’assessore con delega al Verde Pubblico, Luciano Aloschi, ha infatti suggerito di eliminare le aiuole spartitraffico in alcune zone della città, partendo da viale Scala Greca. La motivazione? Un presunto risparmio sui costi di manutenzione, da reinvestire genericamente nella piantumazione di alberi in altre aree. Una proposta che, sebbene mossa dall’evidente “coperta troppo corta” delle risorse a bilancio per il verde, suona però quasi come un controsenso e che, a un’analisi più attenta, si rivela non solo paradossale ma anche in palese conflitto con le norme che quello stesso assessorato dovrebbe difendere, rischiando di infliggere un duro colpo al decoro urbano della città, già ridotto ai minimi termini.

Il paradosso dell’assessore: togliere verde per creare verde

Il cuore del paradosso è evidente: l’assessorato preposto alla tutela e all’incremento del patrimonio verde cittadino si fa promotore di una sua riduzione. È una logica del tipo “rubare a Pietro per dare a Paolo”, che però nel bilancio complessivo del verde urbano si traduce in una perdita secca. Si smantellerebbe così un bene esistente e tangibile – le aiuole che abbelliscono le nostre strade – in cambio di una promessa futura e indefinita. Questo approccio non è solo illogico, ma tradisce la missione stessa del suo mandato.

Una (eventuale) decisione contro il Regolamento Comunale

La proposta dell’assessore Aloschi non è solo una questione di opinioni, ma si scontra frontalmente con i principi cardine del “Regolamento per il Verde Pubblico e Privato della Città di Siracusa”, approvato il 22 marzo 2012. Questo documento non è un semplice vezzo burocratico, ma la carta fondamentale che guida la gestione del verde in città. Vediamo perché la proposta sembrerebbe irricevibile alla luce del regolamento:

  • Finalità tradite (Art. 1): Il regolamento si apre con una dichiarazione d’intenti inequivocabile. Il Comune di Siracusa intende “tutelare, in quanto bene pubblico, le specie vegetali […] nelle aree sia pubbliche sia private, costituendo tale vegetazione una componente fondamentale del paesaggio”. L’obiettivo è la “salvaguardia e la riqualificazione del verde […] per conseguire evidenti miglioramenti ambientali ed arricchire il patrimonio floristico in senso qualitativo e quantitativo”. Eliminare le aiuole è l’esatto contrario di “tutelare”, “riqualificare” e “arricchire”.
  • Ambito di applicazione chiaro (Art. 2): Il regolamento si applica esplicitamente al “verde di arredo (alberate stradali, aiuole, verde spartitraffico e annessi alla viabilità)”. Le aiuole spartitraffico, quindi, non sono un elemento accessorio o trascurabile, ma un oggetto di tutela ben definito dalla normativa comunale. La loro rimozione non è una semplice “manutenzione”, ma un’alterazione del patrimonio che il regolamento stesso si prefigge di proteggere.
  • Abbattimenti solo in casi eccezionali (Art. 11): La normativa consente l’abbattimento di alberature solo per motivi precisi e gravi, come instabilità, malattia o necessità inderogabili legate a progetti edilizi. Il desiderio di risparmiare sulla manutenzione non figura tra le cause giustificate. Sebbene l’articolo si riferisca principalmente agli alberi, il suo spirito è chiaro: il verde non si rimuove per convenienza economica, ma solo per necessità.

Un danno al decoro e alla qualità della vita

Al di là degli aspetti normativi, la proposta di sostituire il verde con strisce di asfalto o cemento è una scelta che impoverirebbe la città. Le aiuole spartitraffico, spesso liquidate come un costo, svolgono in realtà molteplici funzioni:

  • Migliorano il paesaggio urbano, spezzando la monotonia del grigio e offrendo macchie di colore.
  • Contribuiscono a ridurre l’effetto “isola di calore”, mitigando le temperature estive.
  • Favoriscono la biodiversità, fornendo un piccolo habitat per insetti impollinatori.
  • Aumentano la sicurezza stradale, rendendo gli spartitraffico più visibili e agendo come elemento di moderazione del traffico. Il Codice della Strada, pur concentrandosi sugli aspetti strutturali e di sicurezza degli spartitraffico, non le vieta, anzi, le normative urbanistiche più moderne incoraggiano l’integrazione di elementi verdi per i benefici ambientali e sociali che comportano.

Eliminarle significherebbe rendere Siracusa una città più grigia, più calda e meno accogliente. Un passo indietro rispetto a una visione moderna e sostenibile dello spazio urbano, del tutto inadeguato per una città che dovrebbe fare della sua bellezza un vanto mondiale.

La proposta dell’assessore Aloschi, sebbene compresibile dal punto di vista del mero risparmio economico, rappresenta però la resa di fronte a un problema gestionale. Invece di trovare soluzioni innovative per una manutenzione efficiente e sostenibile, si sceglie la via più facile e dannosa: l’eliminazione.

Ma poiché criticare è facile, è bene chiudere questa disamina con alcune proposte alternative per le aiuole spartitraffico cittadine, che in prospettiva potrebbero anche ridurre i costi di manutenzione:

  • Utilizzare piante autoctone e resistenti alla siccità, come peraltro suggerito dallo stesso regolamento comunale, per ridurre il bisogno di irrigazione e cura.
  • Sperimentare tecniche di pacciamatura per limitare la crescita di erbe infestanti.
  • Promuovere forme di sponsorizzazione o adozione delle aiuole da parte di privati o associazioni, come già avviene in molte città italiane (e in alcuni casi anche a Siracusa).

L’obiettivo finale non può che essere quello di aumentare il verde pubblico, non ridurlo, effettuando scelte lungimiranti e di programmazione a lungo termine per la città.

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