La settimana più difficile per il governo regionale. Dopo l’inchiesta sugli appalti che travolge l’ASP di Siracusa, Schifani pronto a revocare gli assessori Albano e Messina. FdI vuole un rimpasto limitato, Lombardo e Miccichè l’azzeramento
È il giorno della resa dei conti per il governo Schifani. Dopo giorni di “doveroso riserbo istituzionale”, il presidente della Regione ha convocato per questa mattina una giunta di governo con la partecipazione obbligatoria di tutti i 12 assessori. All’ordine del giorno ci sono “comunicazioni del presidente” che si preannunciano “pesanti”: è attesa la revoca degli incarichi agli assessori della Democrazia Cristiana, Nuccia Albano (Lavoro) e Andrea Messina (Enti Locali), per completare la “decuffarizzazione” della giunta.
La decisione è la conseguenza diretta della maxi-inchiesta della Procura di Palermo che ha chiesto gli arresti domiciliari per 18 persone, tra cui i vertici della DC, Totò Cuffaro (che sabato si è dimesso da segretario nazionale), e il capogruppo all’Ars, Carmelo Pace, oltre all’ex ministro Saverio Romano.
L’indagine, che ipotizza un “comitato d’affari occulto” per pilotare appalti e concorsi, ha tra i suoi epicentri proprio l’ASP di Siracusa. Tra gli indagati figura, infatti, l’ex direttore generale Alessandro Caltagirone, che si è auto-sospeso venerdì scorso, portando la Regione ad avviare il commissariamento dell’azienda sanitaria aretusea.
La mossa di Schifani, descritto come “inorridito e umanamente deluso” dalle intercettazioni in cui Cuffaro e Romano lo criticavano, apre però una profonda crisi politica nella maggioranza.
- La linea FdI: Fratelli d’Italia, principale alleato, spinge da giorni per un rimpasto “mirato”, limitato alla sola espulsione della DC.
- L’offensiva di Lombardo: L’ex governatore Raffaele Lombardo (Mpa) ha colto l’occasione per chiedere “l’azzeramento della giunta e una nuova compagine di livello”, una mossa letta da molti come un tentativo di guadagnare peso nel rimpasto.
- La minaccia di Miccichè: A sostegno di Lombardo è intervenuto Gianfranco Miccichè, che ha minacciato di uscire dalla maggioranza se la DC dovesse rimanervi.
- La difesa DC: Il segretario regionale DC, Stefano Cirillo, ha replicato a Miccichè ricordandogli il passo evangelico: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”, alludendo alle sue passate vicende giudiziarie.
Schifani, tuttavia, appare determinato a non farsi “tirare per la giacchetta”: l’ipotesi più probabile è che revochi i due assessori DC e tenga per sé l’interim delle deleghe, respingendo così la richiesta di azzeramento totale.
Intanto l’opposizione va all’attacco. Il leader M5S Giuseppe Conte ha definito l’inchiesta uno “scandalo a cielo aperto”, chiedendo che la giunta “vada a casa”. I deputati siciliani M5S, Nuccio Di Paola e Antonio De Luca, hanno rincarato la dose, chiedendo a Schifani di azzerare subito le nomine di tutti i direttori generali delle ASP siciliane, collegando lo scandalo al fallimento delle liste d’attesa.
Domani, martedì 11 novembre, inizierà la settimana degli interrogatori davanti al GIP per tutti i 18 indagati che deciderà poi se accogliere le richieste di arresto della Procura.









