Aggiornato al 11/10/2024 - 13:06
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riannodare i fili con un passato glorioso

Unict a Siracusa: Cinzia Costanzo:”Studiare qui significa riconnettersi con un passato glorioso”

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La rappresentante del personale Spataro: «La sede aretusea oggi può contare su una struttura organizzativa in grado di garantire efficienza e rispondere anche a opportunità ed esigenze specifiche»

«L’Università, la ricerca non possono fare a meno dello stretto legame con il territorio in cui viviamo. Scegliere di studiare a Siracusa, nella Struttura didattica speciale dell’Ateneo catanese, significa anche questo: riappropriarsi del proprio territorio, riannodare i fili con un passato glorioso, di cui troppo spesso siamo i primi a dimenticarci. Il messaggio che più di ogni altro vorrei giungesse vivo e attuale fino a noi in questa giornata è proprio questo: mettere al centro dei nostri interessi il patrimonio culturale, materiale e immateriale, a Siracusa significa investire nel nostro futuro e continuare la gloriosa secolare tradizione del Siciliae Studium Generale».

Cinzia Costanzo, allieva della Scuola di specializzazione in Beni archeologici, ha avuto questa mattina l’occasione di farsi portavoce dell’intera comunità degli iscritti ai corsi di studio della Sds aretusea, salendo sul podio nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico che si è svolta nella sala Ipostila del Castello Maniace di Ortigia.
Il suo discorso è stato anche una palese espressione di entusiasmo e di riconoscenza per il percorso di studi prescelto: «Poche altre discipline, infatti – ha aggiunto la specializzanda – possiedono la capacità di adattarsi e interpretare la contemporaneità come l’architettura, la storia dell’arte, l’archeologia. Sono materie che guardano alla globalità di approcci: indagano il mondo in modo ordinato e sono curiose di qualsiasi cosa si incontri, senza alcun tipo di pregiudizio. Lo studio del passato ci ricorda ad esempio ogni giorno chi siamo, da dove veniamo, per cosa abbiamo vissuto, amato, lottato, e siamo morti. L’archeologo ‘scava persone’, ricostruisce e salva storie insieme ai luoghi che le hanno viste protagoniste».
«Mai come oggi – ha concluso la futura archeologa – si avverte l’urgenza di questa ‘missione’. Mai come adesso la nostra professione può e deve riprendere il posto che le spetta di strumento di conoscenza, di valorizzazione, connessione, condivisione, occasione concreta di operare un forte cambiamento della società».

«La cerimonia di oggi ci inorgoglisce e al contempo investe tutti noi di un rinnovato senso di responsabilità nei confronti della comunità accademica e del nostro Ateneo, che nel potenziamento di questa sede ha creduto e investito – ha osservato poi Rossella Spataro, portavoce del personale tecnico-amministrativo con sede a Siracusa -. Insieme ai lavori per il rinnovamento degli spazi, all’ampliamento dell’offerta formativa, alle crescenti connessioni con il territorio, essa rappresenta anche una forma di riconoscimento del lavoro fin qui condotto e un’attestazione di fiducia sul potenziale che questa Struttura può ancora esprimere in termini di gestione amministrativa, su fronti talvolta inediti».

«La quasi totalità del personale che oggi lavora nella Sds di Siracusa – ha ricordato – ha iniziato e ha costruito il proprio percorso professionale in questa sede, è stato stabilizzato dall’Ateneo potendo mantenere qui la propria assegnazione, si è reso disponibile a nuove declinazioni del proprio ruolo e specializzandosi per rispondere a opportunità ed esigenze specifiche. Oggi la sede di Siracusa ha una propria micro-organizzazione pensata e progettata per garantire efficacia e per accogliere gli input che potranno arrivare anche dal contatto e dallo scambio che studenti, docenti, Dipartimenti di ambiti e realtà diverse vorranno produrre».
«Contaminazione e cambiamento – ha sottolineato, concludendo, la dott.ssa Spataro che è responsabile degli uffici amministrativi e del personale e vice responsabile dell’ufficio didattica, servizi agli studenti e mobilità internazionale – sono due elementi che appartengono a questa realtà. Noi del personale ne abbiamo certamente tratto ispirazione e forza anche nel nostro lavoro, oltre le pratiche, i codici e il rigore della nostra attività quotidiana».

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