Aggiornato al 06/07/2025 - 12:04
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incendio Ecomac

Solarino, sindaco Spada conferma ordinanza rifugio: “Nube Ecomac, odore acre in città”

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Odore acre di plastica, nessun dato ufficiale da ARPA: il sindaco di Solarino rinnova l’ordinanza e invita a non sostare all’aperto. Ancora in corso il rogo di Augusta

Solarino – Cresce la preoccupazione anche nel comune di Solarino, in provincia di Siracusa, per la nube nera generata dall’incendio che ha colpito il deposito di rifiuti plastici della Ecomac ad Augusta. Nonostante l’impegno incessante dei Vigili del Fuoco, le fiamme non sono ancora completamente domate e l’odore acre di plastica bruciata è ormai percepibile anche in diversi quartieri di Solarino.

Il sindaco, Tiziano Spada, ha confermato che, in via precauzionale, non verrà revocata l’ordinanza di rifugio al chiuso, già in vigore nelle scorse ore. Una misura volta a tutelare la salute pubblica in assenza di dati certi sulla qualità dell’aria.

«Da ieri sono in costante contatto con il Prefetto, l’ARPA, la Protezione Civile e i sindaci dei Comuni coinvolti dalla nube», ha dichiarato Spada in una nota ufficiale. «Gestire una nube potenzialmente tossica non è affatto semplice. Oggi in città si avverte un odore acre e persistente: per questo motivo, l’ordinanza rimane attiva».

Il primo cittadino ha poi sottolineato che, ad oggi, l’ARPA Sicilia non ha ancora trasmesso comunicazioni ufficiali riguardo i valori delle emissioni prodotte dall’incendio. Tuttavia, non risultano segnalazioni di pericolo immediato per la salute umana.

«In attesa di aggiornamenti tecnici, rinnovo l’invito a evitare il più possibile di stazionare all’aperto», ha aggiunto il sindaco. «La priorità resta la tutela della popolazione. Ringrazio i cittadini per la collaborazione e garantisco che continueremo a informare con la massima trasparenza».

L’incendio presso l’impianto Ecomac – il secondo in tre anni – ha causato un’emergenza ambientale che coinvolge già i comuni di Augusta, Priolo, Melilli e Solarino. Le autorità regionali e locali sono in stretto coordinamento con le forze dell’ordine, la Protezione Civile e gli organismi tecnici per fronteggiare l’impatto ambientale.

In parallelo, la Procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta per accertare le cause del rogo, valutando sia eventuali negligenze nella sicurezza dell’impianto sia ipotesi dolose.

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