Aggiornato al 25/04/2025 - 08:46
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Testimonianza

Avola, La Croce dei migranti: Elia Li Gioi ricorda l’incontro con Papa Francesco

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L’artista avolese condivide l’emozione del suo incontro con il Pontefice scomparso: “Vidi nei suoi occhi l’emozione quando gli mostrai una croce fatta con i relitti delle barche naufragate nel Mediterraneo”

«Era il Papa degli ultimi, quando l’ho incontrato e gli ho raccontato in che modo ho concepito e realizzato la mia croce, ho visto nei suoi occhi l’emozione. E mi sono emozionato anche io». Elia Li Gioi, artista avolese, ha voluto ricordare il suo incontro con Papa Francesco, recentemente scomparso e di cui sono previste le esequie proprio domani. Li Gioi nel 2018 ebbe l’opportunità di presentare al Pontefice una delle sue opere più significative durante la visita papale a Palermo avvenuta il 15 settembre 2018, in occasione dei 25 anni della  morte di Padre Puglisi: una croce realizzata con i resti delle imbarcazioni dei migranti naufragati nel Mediterraneo.

«È stato un momento che ha segnato profondamente il mio percorso artistico e umano – ha raccontato Li Gioi – Quella croce rappresenta la continuazione di un impegno che ho intrapreso anni fa, quando ho iniziato a lavorare sul tema dell’immigrazione con una mostra nella Cattedrale di Noto».

L’opera, denominata “Croce Emigrante”, dopo essere stata esposta all’Expo di Milano e alla Fiera internazionale Box art di New York, è stata presentata al Papa ed esposta durante l’incontro palermitano con i fedeli.

La particolarità dell’opera risiede nella sua composizione: ogni pezzo proviene da “carrette del mare” che hanno trasportato migliaia di bambini, donne ed uomini attraverso il Mediterraneo, alcune delle quali naufragate durante la traversata. E alcune di quelle imbarcazioni, hanno terminato il loro viaggio sulla costa siciliana vuote, poiché rovesciatesi al largo.

Papa Francesco rimase colpito dal forte messaggio di dolore ma anche di speranza, che invitò l’artista avolese a Roma in Vaticano il 27 marzo 2019, occasione in cui il Pontefice ricevette una copia in in miniatura della croce, realizzata con gli stessi materiali.

«È una croce che si è fatta barca e una barca che si è fatta croce – ha continuato Li Gioi – È anche un grido di dolore per tutti quei migranti rimasti nel Mediterraneo e un appello all’Europa perché si passi dalla cultura dell’indifferenza a quella dell’accoglienza e della solidarietà. L’arte deve emozionare e raccontare qualcosa, altrimenti non serve a niente. Questi frammenti di imbarcazioni rappresentano vite spezzate, ma anche speranza. Raccontano storie che non devono essere dimenticate».

L’incontro con Papa Francesco rappresentò per l’artista un momento di profonda connessione spirituale e umana. «Fu una gioia immensa poter raccontare al Papa il senso di questa croce – ha detto l’artista avolese – perché condivide le tematiche che lui ha sempre portato avanti. È un uomo che parla agli uomini e alle donne del nostro tempo, che cerca Dio nell’umanità e nei rapporti di solidarietà e amore».

Con la scomparsa del Pontefice, l’artista avolese ripensa a quell’incontro come a un momento di straordinaria intensità.  «La mia opera di denuncia e di speranza – ha concluso – ad un Papa che ha professato la speranza, al fianco degli umili, e denunciato le guerre».

I funerali di Papa Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio, saranno celebrati domani, 26 aprile alle 10 nella basilica di San Pietro al Vaticano.

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