Comicità, trasformismo e ironia: lo spettacolo ha conquistato il pubblico con sketch esilaranti e omaggi alla cultura anni ’80
La piece teatrale “Faccia un’altra faccia”, con Antonio Pisu – che ha curato anche la regia – e Tiziana Foschi, è un ironico remake di prototipi umani, incontrati dall’attrice nel corso della brillante carriera, i cui risvolti grotteschi e caricaturali strappano la risata, favoriscono l’individuazione dei tipi affini e la costruzione di una coscienza identitaria.
La scenografia dello spettacolo, svoltosi al teatro “Garibaldi” di Avola – direttrice artistica, Tatiana Alescio – è stata affidata ad Alessandra Finocchio, mentre Francesco Rossini si è occupato delle luci. I due navigati attori – Antonio Pisu, tra l’altro, ha partecipato alla trasmissione televisiva di Rai 1 “Al posto tuo” e Tiziana Boschi ha fatto parte del quartetto “Premiata ditta” che per oltre venti anni è andata in onda sulla Rai e su Mediaset – hanno esordito con un programma fittizio dal titolo “A do’ c…sono finiti quelli?”, un omaggio agli anni ’80, quando Sergio Leone vinse il Nastro d’argento come regista del miglior film con “C’era una volta in America” e la “Premiata ditta” parodiava Biutifu (Beautiful).
Un periodo in cui le attrici comiche, a differenza degli uomini – ha puntualizzato con amarezza Tiziana Boschi – non erano apprezzate, così che lei sovrapponeva la sua faccia alle facce altrui, per cercarvi la verità, una trasformazione che non è certo semplice, per carità! Al “Garibaldi” di Avola, gli sketch, dunque, si susseguono in un brillante gioco di battute e rimandi, Antonio Pisu nelle vesti di prete, Tiziana Boschi, in quelle di una vecchia che vuole confessarsi, Oh, Dio, Dio, accorrete.
Dovete sapere che lei, signori miei, non ha sperimentato ancora la sessualità, non è mica una pischella, ha ormai la sua età. “Bello spreco” – impreca lui – , “Ultimamente, Pascale mi ha chiesto la prova d’amore, ma ho letto sulla rivista “Diva e donna” che ci vuole il reggiseno a palloncino – dice lei – purché – aggiungiamo noi – si accorci pure la gonna.
Nel 1984 nacque la prima faccia di Tiziana Boschi, un personaggio non creato dal nulla, ma dalla conoscenza di una donna calabrese rimastale impressa col suo dialetto reggino fra assimilazione del nesso consonantico nd, il passaggio dalla esse alla zeta, le vocali aperte, e un pizzico di peperoncino. Altro cambio di scena: irrompe lei con una gran parrucca e un pronunciato sedere, dal farmacista (Antonio Pisu) vuole una pillola per il marito: “Per rafforzare la vista?(scorge pure gli acari del cuscino), per far calare la pressione?.” Ma mi faccia il piacere, per compiere un gran miracolo, l’erezione.
E tra l’accompagnamento musicale di Antonio Pisu alla chitarra, una voce gentile la sua, e lei che continua a far la bizzarra, si punta l’attenzione sul linguaggio del corpo, le cui posture e reazioni narrano il vero, senza infingimenti, né complicazioni. Tiziana Boschi, infine, ha spiegato quanto sia importante per un comico trovare un’ottima spalla – la frecciata è rivolta ad Antonio Pisu –ma è un’antifrasi, lo sappiamo tutti, la coppia è superlativa e lo spettacolo è super, non diciamo una b…